Problemi di identità

Tonino Bissolotti, fondata l’associazione Rinascimento, dopo aver annunciato l‘entrata in campo con l’UDC pochi mesi fa, aver preso le distanze da Zoccarato, aver ammiccato a sinistra con Matteo Renzi a Taggia, si schiera definitivamente col PdL e con Zoccarato.

Gli evidenti conflitti d’identità sono forse stati la concausa di un flop clamoroso. Meno di 50 persone, in un’occasione in cui c’erano tutti i big di tutte le correnti.

Bisogna decidere per tempo cosa si è. Altrimenti si rischia di essere ridicoli.

Far tornare la voglia

Si fa un gran parlare dell’emendamento UdC alla legge sul finanziamento dei partiti. Argomento ostico e su cui nessuno ha voglia di esporsi. Dato che mi sembra che la stampa italiana in generale faccia molto poco i conti con la realtà, proverò a farli io e mi assumerò anche l’ingrato compito di dire cosa ho capito.

Prima di tutto, tanti hanno titolato “norma anti-Grillo” citando il fatto che il M5S non ha uno Statuto, o meglio, ha un (testuale) Non-Statuto. Non entro nel merito della scelta, ma vorrei fare un altro tipo di ragionamento, basato più sulla sostanza che sulla carta.

Parto da una premessa: indipendentemente da come si decida di autodefinirsi, un insieme di persone che partecipa con continuità in maniera organizzata a diverse tornate elettorali è un partito.

All’interno del maledetto emendamento di cui sopra ci si è concentrati tutti sull’esistenza di uno statuto e non su ciò che in molti partiti questo strumento rappresenta (o dovrebbe rappresentare), ovvero un modo per fissare le regole con cui si disciplina la vita interna.

L’esistenza di regole di per sè non garantisce un’altra cosa, ovvero la democrazia interna: per finire all’interno del registro delle associazioni di promozione sociale ad esempio (quelle del 5 * 1.000 per capirsi) è obbligatorio che siano previste in Statuto ” le norme sull’ordinamento interno ispirato a princìpi di democrazia e di uguaglianza dei diritti di tutti gli associati, con la previsione dell’elettività delle cariche associative” (l 383/2000 art 3).

A questo punto, visto che si richiede alla Pro Loco o alla Croce Rossa del piccolo paese che non lascino tra i soci di diritto il parroco, il sindaco o il medico del villaggio, è quanto meno normale che si richieda lo stesso ai partiti se vogliono anche loro ottenere rimborsi o finanziamenti. Anche perchè esiste l’art. 49 della Costituzione, che prevede che i partiti siano organizzati con metodi interni democratici.

Non tutti lo sono e vi sono esempi lampanti: il simbolo del M5S è proprietà privata di Giuseppe Grillo (così come quello del PdL è proprietà di Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini), mentre per la cronaca il simbolo del PD è proprietà del Partito Democratico. Di più, sempre all’interno del Non-Statuto si prevede che elementi cruciali come ammissione e liste delle candidature passino attraverso la redazione del blog beppegrillo.it. Questo di conseguenza crea episodi difficili da comprendere (come il caso dell‘epurazione del ferrarese Tavolazzi).

Ma non è solo il M5S che ha degli evidenti problemi di democraticità delle cariche, ma sono invece molti partiti (che non elenco perchè hanno di recente già patito parecchio) che prevedono spesso all’interno dei loro Statuti clausole diciamo molto tutelanti nei confronti dei leader, al punto da garantirne l’inamovibilità. Credo quindi che in realtà l’emendamento di per sè sia stato positivo per il sistema politico.

In buona sostanza, non c’entra nè la mancanza di Statuto, nè il M5S, ma piuttosto mettere regole più serie e far migliorare la politica. Magari per far tornare anche la voglia di farla.

Bilancio a spanne

Cominciamo individuare coloro per cui è stata una debacle epocale: si tratta della Lega, che ha perso 7 ballottaggi su 7. Evaporata. Al PdL appena meglio, riesce a tenere qualcosina al Sud e in alcune roccaforti. In via d’estinzione. Il Terzo Polo quasi non ingrana, se non in qualche realtà dove il centrosinistra si spacca come a Cuneo e successi locali per liste civiche. Un po’ qui e un po’ lì. 

Globale successo delle coalizioni di centrosinistra quasi dappertutto con risultati eccellenti nel Nord che fu berlusconiano e/o leghista. Grandi feste davvero.

Sono casi strani da studiare Parma e Palermo, città sull’orlo del fallimento economico che si affidano l’una ai nuovisti del M5S, l’altra a una vecchia volpe della politica con un successo quasi esclusivamente personale che ricorda molto il “caso De Magistris”.

Ma il caso per me più strano è Belluno,  ex roccaforte di destra in cui al ballottaggio si sono sfidati un centrosinistra “classico” e un centrosinistra “civico”, con la vittoria di quest’ultimo.

Da tenere d’occhio nei prossimi anni i primi 4-5 Comuni targati M5S alla prova dei fatti, per vedere se ai buoni risultati elettorali riusciranno ad affiancare capacità amministrativa.

UPDATE

Risultati finali nei capoluoghi:

  • Centrosinistra: 6 conferme e 8 conquiste al centrodestra, giunte precedenti 9, saldo + 5
  • Centrodestra: 5 conferme e 1 conquista al centrosinistra, giunte precedenti 16, saldo – 10
  • Terzo polo*: 1 conquista al centrosinistra, saldo + 1
  • Sinistra: 1 conquista al centrodestra, saldo + 1
  • Lega Nord*: 1 conferma, saldo 0
  • Movimento 5 Stelle: 1 conquista al centrodestra, saldo + 1
  • Civici di centrosinistra**: 1 conquista al centrodestra e 1 al centrosinistra
* nella gran parte dei casi Terzo Polo e Lega facevano parte delle coalizioni di centrodestra nei turni precedenti
** a Cuneo l’alleanza era civici di sinistra + Terzo Polo
Riassunto Comuni sopra i 15.000 abitanti non capoluogo:
CentroDestra passa da 81 a 28, Centro passa da 8 a 10, CentroSinistra passa da 47 a 81, le civiche da 6 a 9 e in più vi sono 2 vittorie del M5S, 3 di alleanze di sinistra, 2 della Lega Nord e 7 di coalizioni varie.

Completiamo il quadro

Imperia: Strescino si autosospende dal PDL e dice basta ai dettami di Claudio Scajola

Ringrazia le opposizioni per il confronto aperto e sincero per il bene della città.

Il sindaco di Imperia, Paolo Strescino, ha spedito stamattina una lettera al Presidente (ndb del PdL) Berlusconi e al Segretario Alfano per comunicare la propria autosospensione del PDL perchè: “pare evidente che una parte del PDL imperiese provinciale non corrisponde più alle mie idee sul centrodestra, non ultima la brillante intervista rilasciata dal segretario provinciale”.

Le motivazioni di Strescino sono sia amministrative che politiche: “per me che ho una percorso politico che inizia da quando avevo 16 anni nella destra è difficile accettare le affermazioni espresse dai colleghi di partito, sia quelli più giovani che quelli più grandi, soprattutto non accetto critiche da chi ha cambiato ripetutamente casacca politica, i giovani in particolare esprimono linee di politica vecchia, non ho sentito ne proposte ne riflessioni e nemmeno scuse alla città, ma solo attacchi frontali alla mia persona”.

“Non voglio più condividere con queste persone ne un percorso politico ne un percorso amministrativo, nel PDL l’aria si è fatta irrespirabile” ha poi continuato,  “sono state fatte dalla nuova Giunta 50 delibere in 3 settimane rispetto alle 130 fatte dall’inizio dell’anno, l’attività amministrativa continua, se non fosse così io me ne andrei”.

Dopo il consiglio del 12 aprile Strescino ha incontrato diverse realtà cittadine come la compagnia Maresca, e incontrerà il Centro Sociale “La Talpa e l’Orologio” mercoledì sera, “non è che lo faccio ora perchè devo convincere qualcuno, è una cosa che va fatta e che ho sempre fatto”.

Continuano infatti gli incontri con la delegazione dell’opposizione (l’ultimo ieri sera) perchè “nel confronto aperto che c’è stato ho notato un grande segno di responsabilità da parte loro che comunque continuano nella loro linea ma che hanno cambiato l’atteggiamento reciproco”, la prossima settimana incontrerà gli esponenti della Lega Nord.

E’ poi intervenuto a proposito degli ultimi interventi del PDL, “finalizzati alla demolizione personale del Sindaco”, in particolare ha riportato che una consigliera PDL ha affermato che “non mi è arrivato l’avviso di garanzia perchè sono un infame, un collaboratore della Procura”.

“Le vicende giudiziarie che devo gestire in qualità di sindaco pro-tempore non riguardano atti o delibere di questa amministrazione, sentirmi dire da qualche giovane consigliere che “qualcuno ha la faccia pulita e qualcun altro no” è molto ingiusto, specialmente quando qualcuno non può votare delle delibere per questioni di opportunità”

Dopo gli insulti risultati dalle intercettazioni Strescino ha quindi preso coscienza che la campagna di denigrazione parte da lontano, ben dal 2010, e continua anche negli ultimi comunicati e dichiaraziuoni alla stampa dei vecchi colleghi di partito, “doverosamente non mi sento più rappresentato da certi colleghi del PDL”.

“L’opposizione non cambia idea ma io ci voglio provare fino alla fine anche perchè sento una spinta molto forte ad andare avanti a livello popolare. Non mi ricandiderò a Sindaco, non si capisce nemmeno bene cosa voglia fare il PDL e da chi sia governato”.

Alle domande sul suo futuro politico, Strescino ha riportato due episodi significativi sugli scenari che si potrebbero aprire: a Genova Alfano, rivolto a Vinai ha detto: “ricordati che se diventerai Sindaco prima degli interessi del partito devi tutelare gli interessi della città”, una considerazione sull’opposizione: “quando ho azzerato la Giunta sarei potuto andare a casa subito perchè 21 consiglieri che votavano contro erano più facili da trovare, Indulgenza l’altra sera, al quale e al resto dell’opposizione va un grande riconoscimento, più personale che politico, mi ha detto: “guarda che la nostra posizione non cambia”. Non c’è quindi una strategia per cambiare partito o cercare il consenso dell’opposizione a tutti i costi, voglio provare a portare a casa dei risultati per la città”. Per ora si arriva all’11 maggio, se manca la maggioranza o se in 21 si dimettono scatterà il commissariamento.

“Se non troverò più collocazioni politiche tutte le mie energie andranno nel far si che la città non venga più rappresentata da quei 16 che sono chiaramente comandati dalle espressioni di una certa persona (Claudio Scajola ndr), voglio creare qualcosa insieme a chi ci vorrà stare per fare in modo che queste persone facciano meno danno alla città”.

da PonenteOggi

 

La situazione drammatica in cui si trova oggi la città di Imperia è originata unicamente dal fallimento delle politiche messe in campo da oltre dieci anni dall’intero centrodestra imperiese, dall’arroganza e dall’inefficienza di un sistema di potere che ha svenduto un fondamentale bene pubblico, tradendo le aspettative della cittadinanza con la favola del “porto più bello e più grande del Mediterraneo”.
Le inchieste, le intercettazioni, gli scontri tra fazioni stanno mettendo a nudo un sistema di potere di tipo feudale, da sempre denunciato dalle opposizioni, ed un intreccio politico amministrativo ed affaristico le cui responsabilità sono in carico a chi ha voluto e non adeguatamente controllato l’operazione porto e di cui gli amministratori che si sono succeduti dal 2005 ad oggi non possono non essere ritenuti responsabili sul piano politico amministrativo.
Il giorno 11 maggio è prevista in Consiglio Comunale la discussione e la votazione sulla mozione di sfiducia presentata dal PDL.
I partiti e i gruppi consiliari delle opposizioni, (PD, SINISTRA PER IMPERIA, Rifondazione Comunista, UDC e Lista Civica “Con Imperia”) non sono disponibili a votarla sia perché votare quella mozione significherebbe sostenere il tentativo del PDL “scajoliano” di addossare tutte le responsabilità politiche sul Primo Cittadino, sia perché tale mozione, in caso di esito favorevole, risulterebbe facilmente impugnabile in quanto carente di una motivazione ammissibile.
Va dato atto al Sindaco Strescino, sebbene politicamente corresponsabile della situazione attuale, di aver tentato in questo ultimo periodo, dopo lo scoppio della crisi determinata dall’inchiesta, di porre un argine a un sistema politico-economico che stava trascinando Imperia nel baratro. Con altrettanta chiarezza deve però esser rilevato che non ci sono le condizioni politiche per proseguire l’esperienza amministrativa da lui guidata.
Il Sindaco non è più sostenuto dalla maggioranza con cui è stato eletto e le opposizioni, in coerenza con il ruolo svolto in questi anni, intendono con il consenso elettorale costruire una maggioranza alternativa che lavori per un progetto di città molto diverso da quello sostenuto in questi anni dal Sindaco stesso. Riconoscergli il ruolo svolto nell’ultimo mese e mezzo non puo’ cancellare le differenze sostanziali emerse in maniera netta nelle scelte e nell’azione amministrativa degli ultimi tre anni. Il suo annuncio della sua autosospensione dal PDL non modifica in modo sostanziale la realtà delle cose.
Le opposizioni hanno promosso e garantito col loro sostegno e presenza la delibera “salva Imperia” del 12 aprile scorso, per la messa in sicurezza della portualità e dell’Ente. Un atto necessario, dovuto alla città e sostenuto con forte responsabilità.
Adesso però la fase di emergenza è finita: non esistono atti amministrativi fondamentali che non possano essere compiuti da un commissario prefettizio (o in pochi giorni dallo stesso Sindaco, se ve ne fosse davvero l’intenzione). Un periodo di commissariamento non può che far bene alla città, garantendo una forte discontinuità istituzionale e aiutandola a ritrovare un po’ di serenità per affrontare al meglio le importanti scelte future. E’ un passaggio imprescindibile se si vuole voltare davvero pagina.
Per questo, dopo il Consiglio Comunale di venerdì 11 maggio, in una data che verrà comunicata durante il dibattito, e comunque entro pochi giorni dalla stessa assemblea, i consiglieri delle forze sopracitate rassegneranno le dimissioni contestuali dalle cariche chiedendo a tutti i consiglieri comunali che ritengono ormai conclusa la presente esperienza amministrativa di fare altrettanto, nel pieno rispetto delle profonde differenze motivazionali e politiche di ognuno. E’ questo, ancora una volta, un atto di responsabilità verso la Città. La Imperia più sana saprà trarre profitto dal periodo di transizione istituzionale e troverà la giusta motivazione per rialzarsi dal pantano in cui è stata trascinata.

GRUPPI CONSILIARI PD, SINISTRA PER IMPERIA, P.R.C., UDC, LISTA CIVICA “PER IMPERIA” – 28 APRILE 2012

Come in una canzone di Elio

Ogni tanto è bene stropicciarsi gli occhi per essere sicuri di essere svegli, anche se io continuo ad avere il dubbio che in realtà la Riviera di Ponente sia in realtà un gigantesco set per un reality show comico. A riprova di questo fatto, ben  3 episodi 3 accaduti negli ultimi giorni tra il comico e il surreale, adatti a finire in una canzone di Elio e le Storie Tese.

Vi avevo già parlato della Lista “Unione Nazionale“, che si è presentata in decine di comunelli liguri con candidati del tutto estranei al territorio per cui si proponevano. Pare che il candidato Sindaco di Triora stia meditando il ritiro. Dopo esserci andato solo un giorno nella sua vita – quando ha appunto presentato la sua lista.

Altro ritiro ma decisamente più inglorioso per Federico Comba, candidato consigliere della lista per Alberghi Sindaco a Taggia. Motivo: in campagna elettorale offriva carne in cambio di voti.

Vi dico la verità, subito pensavo fosse uno scherzo. Poi però ho visto che il Comba in questione non solo non ha negato, ma ha deciso di ritirarsi in quanto sgamato.

Il terzo episodio riguarda invece il nostro Sindaco di Sanremo, condannato a risarcire Morgan dopo averlo apostrofato nel 2010 con parole pesanti (“è una persona non per bene e di dubbia moralità” e quindi come tale inadatto a salire sul palco del Festival). Uguali invettive avevano colpito anche la showgirl Belen, assolta forse per mano divina. A parte il fatto che non si capisce bene da che pulpito potesse parlare e giudicare l’altrui moralità, giova ricordare che mai notò alcunchè di strano nelle varie vicende che hanno coinvolto i maggiori riferimenti locali e nazionali del Partito in cui milita. E va bè, non ci avrà pensato.

Ma la cosa più sconvolgente è che non solo pare non si sia difeso in tribunale, ma che addirittura non abbia ottemperato al pagamento della multa facendo scattare quindi un atto di precetto da parte del Tribunale. Insomma, un comportamento abbastanza autolesionistico.

Spero sinceramente che Zoccarato riesca a tutelare gli interessi cittadini meglio di come riesce a tutelare quelli suoi personali e che magari impari finalmente a mordersi la lingua e fare un po’ meno uscite (ma “se la speranza è l’ultima a morire – chi visse sperando morì non-si-può-dire” direbbero i Litfiba).

Ci sarebbe da scrivere anche sul ritorno in pista di Tonino Bissolotti nell’UDC bocciato dalla stessa UDC perchè nasconde (molti altri) aspetti veramente molto gustosi, ma penso che ci voglia sempre un certo rispetto per gli anziani e che si deve scivolare sui loro inciampi e le loro esagerazioni.

Risposte dovute

Per l’ex premier nel 2013 è ipotizzabile un governo con membri Pdl, Pd e Terzo polo. Berlusconi lo ha spiegato rispondendo alla domanda sugli scenari che potrebbero aprirsi dopo le prossime elezioni. E a quanto pare il leader del Pdl non esclude un governo di cui facciano parte membri politici anche di forze avversarie come i democratici e i finiani del Terzo polo. «Sì – ha risposto l’ex premier lasciando il vertice del Ppe a Bruxelles – perché la democrazia si sostiene e si concretizza nei partiti». (da corriere.it)

Rispondiamo politicamente a questo ragionamento complesso e inaspettato ed espresso in una sede autorevole come quella del PPE a Bruxelles.

– no

– no, no

– seeeeeeeee

– e poi c’era la marmottina che incartava la cioccolata

– ‘sta funcia

– diniego!

e in mille altri modi

Sciolto per mafia il Comune di Ventimiglia

La provincia di Imperia nuovamente in prima pagina per un argomento periodicamente ricorrente. No, non il Festival di Sanremo, ma le infiltrazioni mafiose.

L’amministrazione di Ventimiglia è per decreto del Consiglio dei Ministri ufficialmente sciolta per le pesanti contiguità con la criminalità organizzata. Come a Bordighera.

Negli ultimi tempi, quando sempre più forte si faceva lo spettro dello scioglimento, la maggioranza originaria PDL – Lega è stata allargata a elementi dell’UDC e di liste civiche di opposizione. Come a Bordighera.

La provincia di Imperia ha attualmente tra i consiglieri di maggioranza ben due membri di giunte comunali sciolte per mafia: l’ex sindaco Bosio di Bordighera (cha ha perso recentemente al TAR il ricorso contro lo scioglimento) e l’ormai ex assessore ventimigliere Salvatore Spinella.

Azioni e reazioni

Il Papa ha più o meno depenalizzato l’uso del preservativo in alcune situazioni.

Subito rinfrancato da questa bella notizia, l’UDC ha ricominciato a trattare con Berlusconi.

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