Confusione

C’è grande confusione nel Paese, che già non se la passa bene di suo. Io ovviamente non ho particolari elementi illuminanti.

Il rischio di una deriva populista è oggi molto alto e quello che è successo durante le elezioni del Presidente della Repubblica è stato un triste e pietoso spettacolo.

Avremo tempo e modo per chiarirci e tentare di trovare un percorso durante il prossimo Congresso, che si terrà a breve e che spero sarà il primo dove si metteranno davvero in discussione le vere ragioni che tengono assieme i militanti e quelle che invece dividono in bande i piani alti.

Spero si riprenda contatto con la realtà e coi circoli – e so che qualcuno non è d’accordo con me, ma siamo lontani anni luce da chi dovrebbe starci vicino sempre e che invece si chiama a raccolta solo nei congressi, sotto primarie e sotto elezioni. E sono convinto che si è fatto di tutto, per incomprensione del contesto e lontananza dalla realtà, per rendersi incomprensibili. Avrei preferito altri esiti e l’ho esplicitato con congruo anticipo.

Ho avuto la possibilità di confrontarmi questo fine settimana con diversi testimoni di prima linea e non auguro a nessuno di dover passare attraverso un percorso così lacerante. Certo, sono altrettanto sicuro che c’è gente con tre palmi di pelo sullo stomaco che non ha fatto mezza piega.

Lo stato attuale ha tanti padri in tutti i partiti e movimenti e credo che lo leggeremo tra qualche anno nelle cronache, e con un po’ più di lucidità riusciremo a capire meglio cos’è successo. Piccola nota: ho la certezza che siamo stati – tutti – informati male da un sistema massmediatico che non è in grado diffondere verità e approfondimento, internet incluso, ma soprattutto “breaking news” e opinioni vestite da fatti accertati: formarsi una propria opinione su queste basi è molto difficile.

Bisogna dare l’onore delle armi a Pierluigi Bersani – anche se non lo darei a tutta la sua segreteria. In questo momento in cui tutti coloro che lo hanno idolatrato per anni lo stanno scaricando, io che invece non sono mai stato tra i suoi sponsor a prescindere penso si debba dare atto al suo grande impegno, trovandosi a ricoprire contemporaneamente il ruolo di candidato presidente del Consiglio eletto con le primarie, segretario del PD eletto con le primarie e capo della coalizione, in un momento e una situazione in cui sarebbe stata un’impresa titanica dover svolgere anche solo uno di questi tre incarichi, per loro natura confliggenti tra loro.

In questo fine settimana ho riflettuto molto sul senso della mia attività politica e sul se e come proseguirla e sono giunto alla conclusione che non sono io quello che sta al posto sbagliato, ma qualcun altro.

Quando tutto gira veloce è inutile tirare il freno a mano

Negli ultimi anni anni abbiamo evitato di prendere coscienza di un mondo che cambiava. Questo mondo è rimasto un po’ ad aspettare, poi ha trovato in autonomia i suoi spazi. E’ dal 2008 infatti che, in varie forme, liste più o meno “grilline” si presentano alle elezioni e già nel 2009 i meetup sono stati capaci di eleggere due europarlamentari. Negli anni successivi, il desiderio di innovazione e di cambio della guardia si è mostrato in più occasioni, sempre o quasi all’interno del centrosinistra, sia in diverse elezioni primarie tenute in tutta Italia, sia attraverso ad esempio lo straordinario successo del popolo dei referendum. Non abbiamo visto che ci stava arrivando un treno addosso, in pratica, e il fischio che si avvicinava si sentiva.

Per questo ritengo che il vero tema non sia l’inclusione o meno di Renzi e renziani, ma sia decisamente più ampio e riguarda migliaia di persone che pian piano si sono allontanate dal PD. Buona parte di questi non si riconosce nell’istituzionalizzazione delle leadership nazionali su base territoriale e non riescono a vedere come pienamente compiuti gli sforzi di apertura che pure il PD ha fatto. Abbiamo sprecato, in parte, un capitale enorme di credibilità. A volte solo per logiche di piccolo cabotaggio locale.

Abbiamo poi pagato una certa mancanza di verve di tutta la nostra campagna elettorale. Certo, non saremmo mai stati in grado battere un saltimbanco e un comico, ma oltre che dire la verità, dovevamo suscitare speranza nell’elettorato, e avremmo avuto ottimi argomenti con cui farlo.

Alle scorse primarie avevo convintamente sostenuto il programma di Laura Puppato perchè ritenevo che fosse quello che meglio poteva rispondere alle domande dei potenziali grillini. Pippo Civati è da anni che studia linguaggio, attività e proposte targate Grillo. Non mancano in Parlamento, grazie alle primarie, nostri amministratori che hanno dimostrato sul campo di averne, altro che cinque, anche sette o otto di stelle. Ripartiamo anche da loro, merito e competenza vanno premiati e usati adeguatamente.

La cosa che sinceramente non capisco è come mai non siamo stati in grado di usare i nostri temi, come l’Europa, il lavoro, l’economia e la giustizia, su cui siamo credibili e siamo stati invece costretti su tematiche strumentalizzate come l’IMU sulla prima casa o i costi della politica. Su quest’ultimo aspetto poi è incomprensibile come non si è stati in grado di spiegare i passi avanti fatti e di come invece ci si arrocchi su posizioni incomprensibili ai più. Abbiamo riempito una piscina in cui far sguazzare altri.

E’ tempo di dare segnali chiari da parte della politica, perchè senza politica questo Paese non sopravvive. Dubito che altri saranno in grado di farne di significativi, per cui al PD toccherà un lavoro triplo. Servono, a ogni livello, facce e idee nuove, bisogna farli conoscere e contemporaneamente creare gli spazi perchè ci si prepari già anche al loro ricambio. Siamo in un ritardo pazzesco e il mondo attorno gira troppo veloce, è ora di levare il freno a mano.

Intervento pubblicato sul Secolo XIX del 14/3/2013

I due prestanome

Come penso abbiate vagamente intuito, sono un sostenitore del PD e del centrosinistra. In questo momento i due principali schieramenti avversari del centrosinistra – centrodestra e MCS – hanno una singolare caratteristica comune: sono nei fatti guidati da due prestanome, Silvio e Beppe.

Entrambi non sono i candidati premier, ma sono gli unici che compaiono in pubblico, mentre i loro candidati non compaiono in pubblico. Non so cosa Minzolini o il capolista grillino pensi ad esempio dell’organizzazione turistica o dei trasporti della Liguria, ma entrambi hanno il singolare pregio (per loro) di poter dire e fare tutto e il contrario di tutto, perchè poi essendo solo il megafono (entrambi) possono dire che cribbio vogliono, mentre essendo i candidati invisibili, nessuno entra nel merito dei problemi e dei programmi.

Nessuno di questi due schieramenti ha reali possibilità di vittoria, ma al massimo possono, grazie a un meccanismo elettorale terrificante, rendere ingovernabile Paese e Parlamento. Questi due mesi di incertezza politica dopo la caduta di Monti ci sono costati 15 miliardi a causa della perdita di credibilità internazionale. Eh sì, siamo ridotti a questi punti.

PdL, Lega e affini hanno già dimostrato il loro fallimento. Il M5S non è in grado di governare questo Paese, e in ogni caso è già garantita una cospicua presenza di parlamentari grillini – che penso possa essere tra l’altro forse anche positiva. Gli altri schieramenti non hanno reali possibilità di vincere queste elezioni.

L’Italia è ora in bilico, e c’è solo una via per tirarla fuori dal guado per bene: votare centrosinistra e lasciar perdere i due prestanome. Che se fate due conti, tutti e due stanno facendo sontuosi affari con la politica.

La parte che manca

Credo che la maggioranza degli elettori del PD voglia un cambiamento, solo una parte di questi è stata convinta dalla proposta di Renzi – che pure ha avuto un successo enorme. Ne è mancata una parte per vincere al Sindaco fiorentino, tra cui ci sono anche io, e voglio tentate di spiegare il perchè.

Faccio quindi una check list di alcuni aspetti necessari per renderla più credibile e vincente, per un futuro non troppo lontano.

  1. Non prendersela troppo con l’apparato tutto incluso, che sono anche decine di migliaia di volontari che perdono tempo a tenere aperta la baracca a prescindere da chi c’è sopra;
  2. Non usare più terminologia da “noi e loro”, perchè fidelizzante per i convinti, ma allontana tutti gli altri (esempio concreto: il qui presente che NON appartiene alla gloriosa tradizione);
  3. Saper fare squadra. Il leader ci deve essere, ma essersi persi per strada una miriade di giovani competenti, conosciuti e credibili (dai piombini a quelli di Prossima Italia, per capirci) è stato un errore capitale;
  4. Ci vuole gioco corretto – nella sostanza, non nella forma. Quindi: esserci nelle occasioni dove si decide (che siano congressi di partito, direzioni nazionali o comitati provinciali e nel caso andare in minoranza), non usare trucchetti quali domenicavoto.it (che non avrebbe comunque cambiato una mazza e ha esacerbato gli animi di tutti).

Ci possono essere ovviamente molti altri aspetti che non ho (ancora) considerato, ma questi sono quelli che razionalmente mi hanno dato più da pensare. Ne scoprirò forse altri col tempo.

E’ per questo che nella sua globalità ho preferito al secondo turno la proposta di Pierluigi Bersani.

Lo que me gusta

Europa:  davanti Pigi

Esteri:  stravittoria del segretario

Lavoro: mah, nè Ichino nè Fassina mi soddisfano del tutto

Istituzioni: Bersani avanti, troppi slogan da Renzi

Squadra: pareggio, che uno a volte è mal accompagnato e l’altro è troppo “one man band”

Entusiasmo: Renzi avanti

Coalizione: con Renzi, che se adesso abbiamo il 34, magari con le parlamentarie cresciamo ancora e se SEL e PSI fanno un buon lavoro, possiamo anche fare a meno dell’UDC

Campagna: tra Renzi che non fa capire quasi di essere del PD e Bersani che invece ne va orgoglioso, beh, io sto col mio segretario, che un pezzetto di ‘sto coso sono pure io

Supporters: squalificati entrambi

Carattere: meglio Bersani, l’arroganza non mi piace molto

e potrei andare avanti per mooooolto

Qualche idea io me la son fatta, fatevi la vostra e ci vediamo domenica.

 

Cronache dalle primarie – stagione IV episodio 5 – il dibbattito

Premesso che non siamo abituati a tante cose.

Tipo che dici “lo fa SKY” e non ti viene in mente che sia pure in chiaro sul canale 26.

Tipo che comunque ci si aspettava cantassero e il giornalista doveva da un momento all’altro scindersi in Morgan, Elio e Arisa.

Tipo che obbligarli a parlare in 60-90 secondi era il sogno di una vita.

Tipo che comunque sentivi che mancavano il plastico, Vauro e Pagnoncelli.

E comunque  è stato un bello spettacolo.

Dubito che serva, se non in maniera infinitesima, a far cambiare idea ai potenziali elettori. Nel senso, che Renzi sia il più telegenico, Vendola il più poetico, Tabacci il più estroso, Puppato la più rassicurante e Bersani il più serio, lo si sapeva prima.

Ognuno quindi ha in testa sua confermato punti forti e deboli del proprio beniamino, ma ha imparato a conoscere meglio anche qualche altro candidato, che molto probabilmente non voterà, ma ha sicuramente avuto modo di apprezzare.

Risultato secondario: con un giornalismo serio e candidati seri, non diminuisce il “tasso di interesse” sulla politica, anzi. #csxfactor è stato trend topic mondiale su twitter.

Resta personalmente da capire se il triste circuito del giornalismo spettacolistico italiano in cui si deve affiancare al politico lo showman, il pettegolezzo, il comico e il tragico sia la causa, l’effetto  o tutti e due del tristo spettacolo degli ultimi vent’anni. Mi pare che ne stiamo uscendo comunque.

Cronache dalle primarie – stagione IV episodio III

Un nuovo episodio, più breve riguarderà invece i sostenitori del segretario del PD alle prossime primarie. Esistono varie sottotribù.

  • i duri e puri: sono quelli fedeli alla linea, a prescindere dall’esistenza della stessa. In media, sono da trent’anni nella corrente vincente del successivo congresso, non conoscono il significato della parola “dubbio”.
  • gli empatici: sono più che altro rapiti dalla storia, dall’esperienza e dall’immagine rassicurante di Pigi.
  • quelli “di risulta”: ovvero quelli che aspettavano dell’altro, che non si è presentato e che alla fine voteranno per Pigi.
  • gli “ultimi arrivi”: appena arrivati nel partito, in pratica degli apprendisti “duri e puri” ansiosi di mostrarsi migliori di chi li ha preceduti.

In generale, a parte la mancanza completa di appeal e di capacità comunicativa, non sono male, ma sembrano far di tutto per farsi detestare. Loro e il candidato da loro sostenuto.

Al contrario che in altre zone d’Italia poi pare che dormano un poco: se nel vicino savonese risultano registrati ben undici comitati attivi, dalla Provincia di Imperia ne risulta solo uno a Sanremo ad oggi 30 ottobre sul sito ufficiale tuttixbersani.it , anche se all’insaputa del resto dei bersaniani esiste un comitato intemelio e uno imperiese. Per capirci, ad oggi ci sono almeno cinque comitati per Renzi e tre per Vendola. Si sveglieranno. Forse.

Cronache dalle primarie – IV serie, ep. 1

Siamo un po’ tutti presi dalla frenesia primarie. Eh già, pare che, dopo anni, finalmente si sia ritornati tutti a parlare, e parecchio, di politica. Per essere più precisi, forse ne stiamo parlando un po’ meno noi integralisti-arrapati-monotematici e invece di più le persone interessate, che responsabilmente dibattono, discutono e si confrontano in molti luoghi inusuali.

Non ho voglia di parlare (per ora) di varie performance poco dignitose di numerosi tifosi dei vari candidati… Per fortuna, ogni candidato in pista è persona molto più seria della parte peggiore dei propri supporter.

Mi hanno chiesto in tanti chi ho deciso di sostenere alle primarie, e ho deciso che sosterrò le primarie stesse, con la  remota speranza che si possano anche riempire di contenuti e non solo di nomi cercando di offrire informazioni, segnalare spunti interessanti e l’ovvio e imprescindibile cazzeggio.

Ritenendo ques’tultima parte molto importante nella vita dell’uomo, segnalo alcuni fantastici gruppi su facebook: Marxisti per Tabacci, i Renziani x Bersani e (per ora) il gruppo migliore come produzione, ovvero moderatementebersaniani.

Nel frattempo, spero sinceramente che l’unica donna in lizza ce la faccia a raccogliere le firme necessarie a candidarsi (forza Laura!) e mi interrogo sui 10 meriti  e i dieci errori capitali della campagna di Matteo Renzi, sperando che lo facciano un po’ tutti.

Un principio base

Stanno saltando fuori diversi attivisti, militanti o generalemente entusiasti per questo o quel candidato alle primarie, che legittimamente sostengono il loro beniamino, ma di fronte alla domanda “ma se il tuo candidato perde cosa fai?” rispondono che non sosterrebbero il vincitore democraticamente eletto in una battaglia che essi stessi riconoscono come legittima. (per la cronaca, uguale discorso l’ho sentito tra sostenitori di Vendola, Bersani e Renzi …).

Questo, scusate il termine tecnico, mi sembra una grossa stronzata. E’ per questo che si firma una dichiarazione, all’atto della votazione alle primarie, di essere elettore dello schieramento per cui si sta andando a votare e di impegnarsi a sostenerlo alle prossime elezioni – quelle per cui le primarie sono fatte.

E’ vero che è solo un obbligo etico, ma è bene ricordare che c’è. Chi non se la sente di prendersi questo impegno, a parer mio può tranquillamente aspettare a casa il risultato, senza andare a intasare le code ai gazebo.

Voci e clamore

Si sovrappongono voci e clamore mediatico sull’arrivo di Renzi ad Arma di Taggia questo venerdì alle 17,30. In particolare, molti giornalisti continuano a fare la “caccia al renziano”, un po’ per curiosità, un po’ per creare un po’ di polemica.

Credo che in realtà molti come me vogliano vedere più chiare alcune cose per quello che riguarda il programma e le idee, sulle quali finora obiettivamente non c’è molta chiarezza. Oltre a Renzi e Bersani potrebbero anche emergere altri candidati – indiscrezioni giornalistiche hanno parlato di Sandro Gozi, Stefano Boeri, Rosy Bindi e Laura Puppato. Vedremo. Così come vedremo anche le regole con cui si terranno e il modo con cui i contendenti faranno campagna elettorale.

Per ora, posso dire che diverse idee di Renzi mi stimolano, ma che Bersani premier mi rassicurerebbe forse di più.

Cambiando discorso, ieri in commissione l’Assessore Barabino mi ha informato che oggi discuteranno in giunta dell‘Albo delle Assistenti Familiari ed io la ringrazio per aver portato avanti quest’idea.

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