SCOOP! ecco il carroarmato di Fera!

Come saprete, di fronte all’ilarità generale causata dall’attuale delirio che vive il centrodestra che non sta trovando una quadra e continua a perdere pezzi, l’assessore Fera ha risposto alle ironie degli avversari politici con la chiara frase “in campagna elettorale si troveranno di fronte un carro armato”.

Chi pensava a una figura retorica, si dovrà ricredere: il carro armato ce l’hanno sul serio e ho trovato in esclusiva i filmati delle esercitazioni che la Giunta Zoccarato stava svolgendo di nascosto da mesi negli Urali. Li riconoscerete, perchè lo stile è inconfondibile.

Ricomposti

La maggioranza di Sappa in Provincia si è ricomposta. In bocca al lupo alla nuova giunta, quando ci sarà.

In ogni caso, la situazione sarà molto più difficile di prima dal punto di vista politico: una maggioranza nata semplice (PdL e Lega) vede i partiti membri originari spaccarsi entrambi e la nascita dei gruppi consiliari “Uniti” e “Sanremesi”, fortemente conflittuali con i gruppi originari. Permangono inoltre forti differenze politiche tra i vari gruppi – e spesso anche all’interno dei singoli gruppi. Il soccorso alla maggioranza dell’UDC e (parziale) dell’IDV non è inoltre risolutivo per stabilizzare una situazione problematica. Le nuove nomine creeranno ulteriori mal di pancia, molto probabilmente.

Non mi sembra una gran soluzione.

Limiti miei

Chi ha creato il “comitatodiquartiere San Martino” ed il movimento civico “Amo Sanremo” ora non ha potuto fare a meno di creare la pagina “Forza Italia Sanremo“. La cosa non è andata proprio liscia.

Complimenti all’iperattivismo di alcuni. Si tratta di sincera ammirazione: io non ce la farei  in contemporanea ad avere la tessera del PdL, dichiararmi apolitico, far partire una lista civica e rifondare un partito sciolto anni orsono. Evidentemente ho dei grossi limiti.

Controcorrente, ma a carico di tutti

“Il Giornale” ha organizzato in quel di Sanremo una grande kermesse politica con tutto il gotha del centrodestra nientemeno che al Teatro dell’Opera del Casino. Verranno (forse) tutti i pezzi da novanta del PdL.

PuntoSanremo aggiunge:

Il Giornale di Berlusconi, diretto da Alessandro Sallusti, sbarca al Casinò di Sanremo dove, dal 6 all’11 settembre, si alterneranno i protagonisti della politica e dell’informazione nazionale in una serie di incontri-dibattito che, fra gli altri, vedranno la presenza dell’ex premier Silvio Berlusconi.
Nessuno spazio alla sinistra e, meno che mai ai “grillini”. Sul palco del Teatro dell’Opera solo uomini del Cavaliere che, con buona pace di tutti, finiranno sia pure indirettamente anche per tirare la volata in vista delle ormai prossime Amministrative, al sindaco di Sanremo Maurizio Zoccarato che, con il Cda del casinò, è stato uno dei promotori dell’accordo con Sallusti e il Pdl.

Così a occhio, sembra che qualcuno usi le strutture pubbliche per farsi precampagna elettorale a spese dei cittadini. Forse la questione dal punto di vista burocratico-formale è a posto (o almeno lo spero!), ma in realtà c’è qualcuno che si sta facendo proprio gli affaracci suoi.

Cinque giorni intensi

Settimana scorsa in Provincia si votava il Bilancio, che normalmente è “L’Appuntamento” più importante per testare la solidità di una maggioranza. Appuntamento iniziale per un Consiglio da tenersi nella serata di giovedì.

Lunedì ci vediamo in commissione e manca il numero legale – che dovrebbe essere garantito dalla maggioranza. Inutile dire che l’opposizione era quasi al completo. Ci si accorda per un rinvio della commissione al mercoledì pomeriggio.

Mercoledì mattina viene spostata la commissione al giovedì mattina, ma la convocazione è irregolare in quanto fatta meno di 24 ore prima dell’assemblea. A questo punto nel Palazzo del Governo c’è il panico: funzionari e dipendenti molto tesi, dato che probabilmente qualcuno ha scaricato su di loro (ingiustamente) la responsabilità di tutto. Salta il Consiglio e la commissione viene spostata al giorno successivo e il Consiglio pure.

Nel frattempo scatta il panico: ci sono assessori provinciali che ci dicono che Sappa avrebbe già protocollato le dimissioni, altri personaggi che ci propongono larghe intese, gente che minaccia di bruciare la tessera del proprio partito e Sindaci capitati lì per caso che ci suggeriscono di far chiudere al più presto la Provincia.

Il giorno dopo si scopre che nasce un nuovo gruppo in Consiglio, Uniti, contenente 5 parti di PDL, 2 di gruppo misto e una di UDC. Come cocktail non c’è male e ho personalmente molto apprezzato l’autoironia espressa dal nome. Il nuovo gruppo è dunque il più grosso in Consiglio, mentre il gruppo PdL passa da 11 a cinque consiglieri.

A quel punto lì, una messa cantata: la maggioranza ha ripreso i toni arroganti di sempre. In particolare la Regione Liguria sarebbe responsabile in contemporanea di dare troppi fondi da gestire alle Province e quindi di penalizzarle in termini di tagli lineari da Roma e di darne troppo pochi. Ovvia approvazione del bilancio, il PdL ha perso 2/3 dei consiglieri ma va tutto bene, e quei cattivoni della sinistra sono cattivi e di sinistra.

A me sembra ci sia un enorme problema: pare assodato che nella migliore delle ipotesi ci sarà ancora un anno e mezzo di tempo, poi ci si avvierà al commissariamento, scioglimento o quel che sarà. Nel frattempo, forse si può fare qualcosa di utile, ma bisogna prendere atto dell’obiettivo fallimento politico di un’era. Altrimenti lascerei il ruolo dell’ultimo giapponese ad altri.

Post Scriptum: ho idea certa che pensare di dividere i politici di centrodestra imperiesi in scajolani e minassiani sia uno schema troppo troppo troppo semplice, la situazione è molto più complessa.

Quattro punti e un incognito

Non sono granchè soddisfatto di come sono stati spesi finora i soldi che i partiti hanno ottenuto tramite i rimborsi elettorali. Ci sono alcune cose però che devono essere chiare, e cioè che l’80 % del dibattito verte sul nulla o quasi.

Punto uno: il costo a cittadino è di pochi centesimi di euro l’anno e quindi non si risana il debito pubblico bloccandolo. Non si risolve la questione di principio, ma è bene saperlo.

Punto due: il vero problema fin ora è stata la scarsa trasparenza con cui sono stati gestiti questi fondi e penso che se si rendesse più pubblica la vita interna delle strutture organizzate, sarebbe molto meglio e probabilmente non ci sarebbero tutte queste polemiche. Ad esempio, penso che buona parte dei funzionari che lavorano nei partiti seguendo la politica estera o l’evoluzione dei dati economici possano essere molto utili e produttivi per chi poi politica la fa nelle istituzioni. O magari si sarebbe bloccato per tempo chi se ne approfittava.

Punto tre: il problema maggiore è quello dell’uguaglianza materiale. Dato che le campagne elettorali costano – si può essere molto morigerati, ma a zero non ci si arriva – ci sarà chi non ha problemi di suo a recuperare fondi, ci sarà chi ha un’apposita srl che si autopaga e ci sarà chi è già bello tosto e ha già una carriera alle spalle e tanti amici ricchi e potenti a cui costa poco sganciare qualche decina di migliaia di euro per la sua fondazione ad personam. Ho l’idea che se invece per caso magari sei un bravissimo consigliere di opposizione che lotta contro “i poteri forti”, avrai qualche difficoltà in più a farti sentire.

Punto quattro: chi sbraita di più contro questi fondi – il M5S – continua a ribadire che ha rifiutato il finanziamento pubblico. Beh, non è proprio così: in realtà, con la legge in vigore i “grillini” non ne avevano proprio diritto. Un po’ come se io dicessi che ho rifiutato di uscire con Scarlett Johannsson. Già, cosa prevede la legge in vigore? Che per ottenere i rimborsi, si devono avere statuto, democrazia interna e bilancio pubblico e bisognerebbe attuare tutta una serie di obblighi minimi di garanzia, tipo rendere pubblici i contratti tra Grillo e Casaleggio, conoscere i proventi del blog – che è un organo di partito a tutti gli effetti – e magari avere un qualche revisore dei conti che controlli il realismo delle spese.

Organizzo concerti da vari anni e mi risulta difficile credere che anche solo i palchi, i service audio e luci, i permessi per il suolo pubblico, le transenne e quant’altro ha usato Grillo nelle varie decine di tappe dello Tsunami Tour siano sempre stati “aggratis”. Quindi, o la rendicontazione è incompleta per errore formale – ma allora mi fa pensare che se questi non sanno tenere i conti loro, figuriamoci quelli dell’Italia – oppure è stato scelto di citare meno spese e meno finanziatori. Ho la vaga impressione che ci possa essere qualche “big sponsor” rimasto incognito. Mi farebbe piacere sapere il perchè.

Chi cerca trova

Esiste una lista dal nome “Berlusconi per Bordighera”, che se la prende sempre con chi ha fatto sciogliere per mafia il Comune di Bordighera.

Mi è venuta la curiosità: ma cosa avrà mai fatto Berlusconi per Bordighera?

Sono andato sul sito www.governo.it e ho digitato nello spazio cerca in alto a destra “silvio berlusconi bordighera”.

 

Qui trovate i risultati.

 

Buon divertimento e a voi le conclusioni.

Consiglio liscio, cariche in bilico e forse new entry

Ieri il consiglio è filato via liscio, nemmeno due ore.

Sappa ha annunciato la riconferma di tutta la giunta, con solo l’assegnazione della delega al turismo all’Assessore Bellotti. Dopo tre anni, finalmente c’è l’Assessore al turismo nella Giunta Sappa.

Certo, si è preso atto di una situazione finanziaria terrificante, dell’annunciata futura soppressione dell’Ente dal Parlamento, dell’assenza totale della Provincia dalla vicenda Casino.

Su villa Regina Margherita, lo schema di convenzione non prevede più alcun obbligo di versamento. Rimane quindi valido l’obbligo precedente, ma non viene per così dire “rafforzato”.

A margine dei lavori, si è dibattuto parecchio dell’entrata in vigore del nuovo decreto legislativo sulle incompatibilità, che ha già mietuto la prima vittima, ovvero il segretario generale Pinzuti che si è dovuto dimettere da assessore a Sanremo. Particolarmente significative rischiano di essere le incompatibilità previste tra incarichi dirigenziali nelle ASL e nelle partecipate e i mandati da consigliere comunale e provinciale. Ieri già il consigliere UDC Gramondo ha manifestato l’intenzione di dimettersi – in tal caso dovrebbe entrare Gabriele Chiappori, che mi farebbe perdere il titolo di più giovane in consiglio e che avevo conosciuto per l’iniziativa su Utoya dell’anno scorso. Ovviamente sarei contentissimo ci fosse qualcun altro ad abbassare l’età media del Consiglio, per il tempo che resteremo in carica.

Si parla anche di diversi altri consiglieri toccati da tali incompatibilità – riporto voci sentite ieri, di cui non ho certezze, si tratterebbe di Gabriele Saldo (gruppo misto) in Provincia, di Marco Mauro (PdL), Eugenio Nocita e Riccardo Borea (Città Onesta) in Comune a Sanremo, oltre che di vari attualmente candidati – tra cui il pezzo grosso del PdL Antonello Ranise ad Imperia.

Ieri non c’erano

Ieri il consiglio provinciale è saltato per mancanza di numero legale. Sette consiglieri di maggioranza (i soliti “malpancisti”) hanno disertato la seduta. Ovviamente noi non siamo entrati in aula, la maggioranza deve garantirsi da sola il numero legale.

Il centrodestra imperiese è sempre più terreno di scontro tra bande, prima latenti e sotterranee, oggi evidenti e in pieno campo. Vittima innocente il territorio del Ponente ligure, massacrato da una visione feudale e limitata e da una gestione poco accorta delle nostre risorse più preziose (acqua, territorio, ambiente, suolo).

Non è più tempo di rinchiudersi dentro il fortino, ma bisogna cambiare decisamente schemi.

Nota a margine: da stasera entra in Consiglio nel nostro gruppo Teodoro Panetta, segretario del circolo PD di Camporosso e mio compagno di “primarie mancate” a dicembre. Probabilmente mi darà una mano a seguire meglio la parte sulla scuola e il sociale. Welcome on board.

Passare dai moderati agli incazzati

Ho già scritto ieri che ci siamo presi una sberla secca, e che però altri l’hanno preso più forte di noi (sia al centro che a sinistra). Dato che non mi piacciono le autoassoluzioni, ora comincio a scrivere quello che penso su cosa avremmo dovuto fare e non abbiamo fatto. Condivido quello che ha dichiarato Riccardo Giordano al Secolo XIX: “Siamo andati male, malissimo, è inutile girarci intorno, nasconderci dietro un dito. Se il Pd non si apre alle persone esterne, ai movimenti, alla società civile, e non rinnova la sua dirigenza locale, la prossima volta non supera il 15 per cento.

Oggi tutti parlano del possibile scenario “avesse vinto Renzi”: sinceramente non so rispondere cosa sarebbe successo, ma credo che ora Matteo abbia capito quei 3-4 errori strategici che gli hanno fatto perdere le primarie e ora molti lo apprezzano di più anche grazie a questo. Certo è che Renzi avrebbe potuto forse convincere meglio col proprio spirito di cambiamento, ma non con le proprie proposte programmatiche che spesso sono lontane da quella grilline, quindi a conti fatti, un grande boh. A questi “renziani di ritorno” ricordo che io avevo deciso di sostenere alle primarie Laura Puppato, perchè (insieme a Civati, non in corsa) era l’unica che sosteneva la necessità di creare un dialogo nei fatti e nei contenuti col potenziale elettorato grillino, molto più grande anche numericamente dei “centristi cattolici” o dei tanto ricercati “moderati”, che sono poi i veri sconfitti di questo giro elettorale.

A me interessa ricordare che sono stato il primo e unico a dire che intorno allo svuotarsi del PdL e della Lega si sarebbe dovuto correre di corsa a riempire il vuoto che si stava creando in Provincia. Il risultato straordinario del M5S dappertutto sta a testimoniare che gli spazi per crescere c’erano. Usciamo da questa tornata elettorale in cui siamo cresciuti solo in 2 comuni (Airole e Mendatica), abbiamo contenuto le perdite nell’imperiese e siamo invece andati male nel sanremese e nell’intemelio. Certo, su Sanremo esiste uno dei più antichi meetup (e dei più simpatici anche) che sicuramente ha “preparato il terreno” meglio, ma resta incredibile che nei territori infiltrati dalla ‘ndrangheta (Ventimiglia, Vallecrosia, Bordighera) non siamo stati minimamente premiati dal voto, nonostante i grandi meriti che il PD ha nello “scoperchiamento della pentola”.

Evidentemente non siamo riusciti a fortificare nel tempo questo risultato. Ho personalmente partecipato a quattro iniziative pubbliche di “area” diciamo a Ventimiglia e in tre di queste mi sono trovato ad essere l’unico esponente del PD presente (1, 2, 3, 4). E la situazione ha portato a una bocciatura del PD tout court, locale e nazionale, anche perchè evidentemente non si è stati capaci di farci apprezzare come forza “differente”. A margine aggiungo che bisognerà osservare per bene i dati interessantissimi di Alternativa Intemelia sulla non-conoscenza da parte dei ventimigliesi del fenomeno mafioso e connessi, cose su cui avremmo dovuto per tempo fare campagna e su cui bisognerà cominciare a ragionare.

Su Sanremo ci siamo trincerati invece in uno sforzo sovrumano di amministrativismo puro e di perseguimento esclusivo di dinamiche connesse al Consiglio Comunale, col doppio risultato che l’eventuale buon lavoro svolto amministrativamente non ha trascinamenti positivi sul livello politico e che i Comuni dell’hinterland sanremese e le loro decine di migliaia di abitanti non sono certo portati a votare un PD che sentono parlare solo di problematiche a loro estranee.

Non siamo nemmeno riusciti a costruire per tempo l’immagine di un partito diverso e più aperto. A parte gli episodi discutibili avvenuti ogni qualvolta si è avuto a che fare con le primarie, svolte o ipotizzate, nei fatti ci troviamo di fronte a un partito che fino ad oggi si è dimostrato incapace ad essere accogliente. Della trentina di ragazzacci impetuosi che avevano organizzato tante cose nella campagna del 2008 (quella dei famosi “Negroni per Veltroni”) dentro il PD siamo rimasti in quattro o cinque. Saranno i giovini d’oggi che non sono abituati a soffrire, certo, ma anche il risultato di un ambiente che complessivamente è tutto fuorchè ospitale e aperto.

Certo, tutto questo è dovuto principalmente a una campagna elettorale nazionale scialba, alla mancanza di incisività della nostra proposta politica complessiva e credo anche a una nostra antipatia nei confronti delle persone, che evidentemente abbiamo maturato in questo ventennio. C’è spazio per recuperare? Sì. A Parma, capitale del grillismo, il centrosinistra ha ottenuto un ottimo risultato, “vincendo” la città che negli ultimi anni è stata prima destroide e poi grillina.

Siamo in un ritardo terrificante, e il fatto di avere la coscienza a posto ci deve servire solo da garanzia, ma non è sufficiente. Dobbiamo fare una rapida inversione di marcia, dato che i moderati non esistono più, perchè oggi come oggi stanno tutti incazzati come delle vipere, e a questi dobbiamo ricominciare a parlare e soprattutto ad agire.

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