…to be continued

Sono soddisfatto. Abbiamo parlato – unici – per alcuni mesi di temi difficili, concreti, sentiti, mai caduti nella demagogia e senza scendere a compromessi.

Renzi ha meritatamente stravinto e sarà il mio segretario, senza se e senza ma. Le primarie hanno avuto uno straordinario successo di affluenza, visto il clima e i gufi professionisti che si sono puntualmente sbagliati.

Nel frattempo gli apparati erano schierati altrove, a sostegno del vincitore annunciato o a difesa dell’unico vero sfidante accreditato “dove conta”. Luca Sofri e Gad Lerner vanno ancora più in là, ma non mi interessa, mentre (come sempre) condivido quasi integralmente quanto scrive nonunacosaseria.

Come saprete, ero il coordinatore della mozione Civati in Provincia di Imperia. Bisogna saper perdere, come dice giustamente il mio Montanari preferito. Ma bisogna anche essere obiettivi: abbiamo ottenuto un risultato superiore alla media nazionale, sfiorando per pochi voti l’elezione della “nostra” Giovanna Baldassarre in Assemblea Nazionale. Toccherà a Lorenzo Frixione fare da civatiano savonimperiese e quindi sbattersi il doppio (#sischerza, anzi daghe drentu).

Non male, per l’unica mozione senza “grandi nomi” in Provincia.

tobecontinued

Adesso ovviamente si continua. Perchè noi “civatiani” siamo talmente pericolosi estremisti di sinistra che il nuovo responsabile economia del PD è Filippo Taddei, ovvero chi ha coordinato le nostre pagine economiche.

Su vari temi il PD è stato paurosamente “zitto e fermo”, mentre il mondo andava avanti, e il nostro compito sarà quello di far sì che non ci scappino più. Per capirci, in questo momento la protesta dei forconi è arrivata fino a Imperia e stamattina hanno anche fatto saltare una riunione di Commissione in Provincia e il Consiglio previsto per questo giovedì. Siamo stati tutti colti di sorpresa, mentre avremmo dovuto capire per tempo quanta rabbia covava sotto la cenere. A tutta questa gente, e a molta altra, dobbiamo delle risposte, sia perchè è nostro dovere, sia perchè se no glie le daranno Forza Nuova, Grillo o magari Tano Scullino. Con la loro proverbiale affidabilità.

Penso che da domenica sera in poi sarà comunque più facile darle.

Guida al Congresso

D- Lasciamo perdere tutte le polemiche possibili su regole, decisioni, contromisure, etc. Ora ci sono i Congressi di Circolo: cosa vuol dire?

R- Vuol dire che gli iscritti al PD votano nel proprio circolo la loro mozione, ma tutti possono andare a sentire le presentazioni delle quattro diverse mozioni. Qui in Provincia di Imperia:

  • Giovedì 14: ore 20,30 Valle Impero a Borgomaro e ore 21 Taggia
  • Venerdì 15: Cervo e San Bartolomeo a Cervo ore 21
  • Sabato 16: Soldano ore 9, San Lorenzo e Santo Stefano c/o Comune Santo Stefano h 16,00, Diano Marina a Cervo ore 16,30, Sanremo San Martino ore 17,30 Hotel Corso
  • Domenica 17: ore 9,00 Dolceacqua, Poggio-Bussana ore 9,00 a Poggio, Bordighera 9,30, Imperia Oneglia 9,30, Ventimiglia 9,30, Coldirodi 10,30, Vallecrosia ore 15 pizzeria Li Ottoluoghi, h 16,00 Sanremo Centro, Camporosso h 16,30, Imperia Porto Maurizio 16,30.

D- Chi è che può votare ora?

R- I nuovi iscritti del 2013 già in possesso di tessera e tutti i vecchi iscritti che hanno rinnovato la tessera. E’ possibile rinnovare la tessera il giorno del Congresso.

D- L’8 dicembre ci sono le primarie invece coi gazebi in giro: lì chi può votare?

R- Chiunque sottoscriva la dichiarazione di essere elettore del PD e non sia notoriamente un esponente politico avversario o un delinquente o entrambi.

D- Hai già deciso chi sostenere come segretario nazionale?

R- Certo, ovviamente e convintamente Giuseppe Civati. Idee chiare, poche musse e un progetto convincente, come ha ottimamente illustrato recentemente a Sanremo.

D- Cosa non ti convince degli altri candidati?

R- Non ho nulla che non mi convince degli altri candidati, sono ottimi tutti. Ma io preferisco Giuseppe: mi piace il programma, condivido le analisi e credo sia la scelta giusta per guidare il PD. Per ciò che riguarda Cuperlo, non credo possa essere capito dal nostro elettorato e dal Paese e altrettanto dubito possa rappresentare la necessità di cambiamento della politica che il Paese ci chiede. Gianni Pittella è un bravissimo europarlamentare e mi ha fatto davvero piacere intervistarlo, ma non lo vedo molto nel ruolo di coordinare l’operatività quotidiana del PD. E Matteo Renzi, nonostante abbia un po’ migliorato il suo programma dall’anno scorso, credo che abbia innanzitutto parecchia confusione tra i ruoli di segretario del PD e di candidato premier e soprattutto il fatto che sia sostenuto da chi in teoria lui dovrebbe voler rottamare e che in realtà ha già negli anni fatto fuori a tradimento Prodi (tre volte), Veltroni e Bersani.

Fenomenologia e hit parade del renziano

Di seguito un breve elenco – ovviamente non esaustivo – delle principali tipologie umane che attualmente supportano Matteo Renzi in vario modo. Il campionario è variegato e anche discretamente interessante dal punto di vista umano e sociologico.

I DemoRenziani  – sono tutti quegli iscritti al PD che hanno sostenuto Renzi alle primarie 2012, lo sosterranno nel 2013 e rimangono convintamente nel PD. Generalmente tra i 30 e i 50, ammirevoli per la grande pazienza vista la loro evidente emarginazione nel nutrito gruppo di supporter sia nella primarie 2012 – in cui essere iscritti al PD era considerato dagli altri renziani più o meno equivalente a curare poco la propria igiene personale – che in questo congresso in cui si perdono evidentemente in mezzo alla folla dei “born-again-renzian”. La loro canzone simbolo non può che essere “Uomini soli” dei Pooh.

I Renzisti – la fascia dei duri e puri. Sono raggruppati in varie associazioni che applicano il renzismo a qualunque cosa e in diverse occasioni per mostrare la loro renzietà assoluta hanno pensato bene di creare liste Renziste contrapposte a liste DemoRenziane in diverse elezioni amministrative. Il PD per loro è il male assoluto, l’obiettivo di innovarlo profondamente coincide col suo annientamento e pertanto non hanno avuto difficoltà a spalancare le porte della renzietà a diversi esponenti di centrodestra molto chiacchierati. Sono in profonda crisi di identità perchè non hanno digerito tutt’ora che Matteo Renzi voglia fare il segretario del PD. A lui dedicano sentitamente “TPS – Ti porto sfiga” degli 883 – con le parole un po’ forti che ovviamente nascondono un ossessione amorosa irrazionale e incurabile.

I ParaRenziani – Un altro fenomeno comune in tutta Italia è la nascita di sostenitori di Renzi chiaramente non renziani. Alcune fasce di militanti del centrosinistra, nate principalmente in funzione delle battaglie per un lavoro dignitoso, per l’acqua pubblica e contro gli inceneritori, si ritrovano a sostenere la parola di Matteo nonostante siano perfettamente consci che devono sostenere un beniamino che non condivide nulla o quasi della loro idea di mondo; il renzismo DOC prevede infatti la riforma Ichino del mercato del lavoro, la privatizzazione spinta della gestione dell’acqua e un certo decisionismo per la gestione dei rifiuti. Sono quelli che la vivono peggio. Ritornello simbolo è “se stiamo insieme ci sarà un perchè” di Cocciante, sperando che il perchè ci sia.

L’IntelliRenzia – la novità più significativa e numerosa. Il gruppo è variegato, ma per capirci dentro vi sono quelli che sono stati occhettiani, veltroniani, dalemiani, prodiani, dalemiani, fassiniani, prodiani, veltroniani, bersaniani e ora coerentemente renziani  e al suo interno ci sono tanti “grossi calibri”. Non credo ci sia molto altro da dire, perchè la linea politica e i conseguenti posizionamenti sono frutto di una linea politica chiarissima. Non poteva che essere un hit un po’ demodè di fine ’70 la loro canzone simbolo, ovvero “Born to be alive“.

I DispeRenziani – simili ai pararenziani, approdano al renzianesimo per la semplice speranza che “sialavoltabuona”. Renzi non gli piace, non li convince, ma la semplice speranza che con Renzi si possa andare al governo senza mastellame e bertinottame. Sono quelli che la vivono peggio, anche perchè segretamente pensano che tra Letta e Renzi nel 2014 finirà come con Prodi e Veltroni nel 2008, ovvero tutti sconfitti e tutti a casa. Canticchiano sempre coerentemente SOS degli ABBA.

renzi filadelfia

Quando tutto gira veloce è inutile tirare il freno a mano

Negli ultimi anni anni abbiamo evitato di prendere coscienza di un mondo che cambiava. Questo mondo è rimasto un po’ ad aspettare, poi ha trovato in autonomia i suoi spazi. E’ dal 2008 infatti che, in varie forme, liste più o meno “grilline” si presentano alle elezioni e già nel 2009 i meetup sono stati capaci di eleggere due europarlamentari. Negli anni successivi, il desiderio di innovazione e di cambio della guardia si è mostrato in più occasioni, sempre o quasi all’interno del centrosinistra, sia in diverse elezioni primarie tenute in tutta Italia, sia attraverso ad esempio lo straordinario successo del popolo dei referendum. Non abbiamo visto che ci stava arrivando un treno addosso, in pratica, e il fischio che si avvicinava si sentiva.

Per questo ritengo che il vero tema non sia l’inclusione o meno di Renzi e renziani, ma sia decisamente più ampio e riguarda migliaia di persone che pian piano si sono allontanate dal PD. Buona parte di questi non si riconosce nell’istituzionalizzazione delle leadership nazionali su base territoriale e non riescono a vedere come pienamente compiuti gli sforzi di apertura che pure il PD ha fatto. Abbiamo sprecato, in parte, un capitale enorme di credibilità. A volte solo per logiche di piccolo cabotaggio locale.

Abbiamo poi pagato una certa mancanza di verve di tutta la nostra campagna elettorale. Certo, non saremmo mai stati in grado battere un saltimbanco e un comico, ma oltre che dire la verità, dovevamo suscitare speranza nell’elettorato, e avremmo avuto ottimi argomenti con cui farlo.

Alle scorse primarie avevo convintamente sostenuto il programma di Laura Puppato perchè ritenevo che fosse quello che meglio poteva rispondere alle domande dei potenziali grillini. Pippo Civati è da anni che studia linguaggio, attività e proposte targate Grillo. Non mancano in Parlamento, grazie alle primarie, nostri amministratori che hanno dimostrato sul campo di averne, altro che cinque, anche sette o otto di stelle. Ripartiamo anche da loro, merito e competenza vanno premiati e usati adeguatamente.

La cosa che sinceramente non capisco è come mai non siamo stati in grado di usare i nostri temi, come l’Europa, il lavoro, l’economia e la giustizia, su cui siamo credibili e siamo stati invece costretti su tematiche strumentalizzate come l’IMU sulla prima casa o i costi della politica. Su quest’ultimo aspetto poi è incomprensibile come non si è stati in grado di spiegare i passi avanti fatti e di come invece ci si arrocchi su posizioni incomprensibili ai più. Abbiamo riempito una piscina in cui far sguazzare altri.

E’ tempo di dare segnali chiari da parte della politica, perchè senza politica questo Paese non sopravvive. Dubito che altri saranno in grado di farne di significativi, per cui al PD toccherà un lavoro triplo. Servono, a ogni livello, facce e idee nuove, bisogna farli conoscere e contemporaneamente creare gli spazi perchè ci si prepari già anche al loro ricambio. Siamo in un ritardo pazzesco e il mondo attorno gira troppo veloce, è ora di levare il freno a mano.

Intervento pubblicato sul Secolo XIX del 14/3/2013

Passare dai moderati agli incazzati

Ho già scritto ieri che ci siamo presi una sberla secca, e che però altri l’hanno preso più forte di noi (sia al centro che a sinistra). Dato che non mi piacciono le autoassoluzioni, ora comincio a scrivere quello che penso su cosa avremmo dovuto fare e non abbiamo fatto. Condivido quello che ha dichiarato Riccardo Giordano al Secolo XIX: “Siamo andati male, malissimo, è inutile girarci intorno, nasconderci dietro un dito. Se il Pd non si apre alle persone esterne, ai movimenti, alla società civile, e non rinnova la sua dirigenza locale, la prossima volta non supera il 15 per cento.

Oggi tutti parlano del possibile scenario “avesse vinto Renzi”: sinceramente non so rispondere cosa sarebbe successo, ma credo che ora Matteo abbia capito quei 3-4 errori strategici che gli hanno fatto perdere le primarie e ora molti lo apprezzano di più anche grazie a questo. Certo è che Renzi avrebbe potuto forse convincere meglio col proprio spirito di cambiamento, ma non con le proprie proposte programmatiche che spesso sono lontane da quella grilline, quindi a conti fatti, un grande boh. A questi “renziani di ritorno” ricordo che io avevo deciso di sostenere alle primarie Laura Puppato, perchè (insieme a Civati, non in corsa) era l’unica che sosteneva la necessità di creare un dialogo nei fatti e nei contenuti col potenziale elettorato grillino, molto più grande anche numericamente dei “centristi cattolici” o dei tanto ricercati “moderati”, che sono poi i veri sconfitti di questo giro elettorale.

A me interessa ricordare che sono stato il primo e unico a dire che intorno allo svuotarsi del PdL e della Lega si sarebbe dovuto correre di corsa a riempire il vuoto che si stava creando in Provincia. Il risultato straordinario del M5S dappertutto sta a testimoniare che gli spazi per crescere c’erano. Usciamo da questa tornata elettorale in cui siamo cresciuti solo in 2 comuni (Airole e Mendatica), abbiamo contenuto le perdite nell’imperiese e siamo invece andati male nel sanremese e nell’intemelio. Certo, su Sanremo esiste uno dei più antichi meetup (e dei più simpatici anche) che sicuramente ha “preparato il terreno” meglio, ma resta incredibile che nei territori infiltrati dalla ‘ndrangheta (Ventimiglia, Vallecrosia, Bordighera) non siamo stati minimamente premiati dal voto, nonostante i grandi meriti che il PD ha nello “scoperchiamento della pentola”.

Evidentemente non siamo riusciti a fortificare nel tempo questo risultato. Ho personalmente partecipato a quattro iniziative pubbliche di “area” diciamo a Ventimiglia e in tre di queste mi sono trovato ad essere l’unico esponente del PD presente (1, 2, 3, 4). E la situazione ha portato a una bocciatura del PD tout court, locale e nazionale, anche perchè evidentemente non si è stati capaci di farci apprezzare come forza “differente”. A margine aggiungo che bisognerà osservare per bene i dati interessantissimi di Alternativa Intemelia sulla non-conoscenza da parte dei ventimigliesi del fenomeno mafioso e connessi, cose su cui avremmo dovuto per tempo fare campagna e su cui bisognerà cominciare a ragionare.

Su Sanremo ci siamo trincerati invece in uno sforzo sovrumano di amministrativismo puro e di perseguimento esclusivo di dinamiche connesse al Consiglio Comunale, col doppio risultato che l’eventuale buon lavoro svolto amministrativamente non ha trascinamenti positivi sul livello politico e che i Comuni dell’hinterland sanremese e le loro decine di migliaia di abitanti non sono certo portati a votare un PD che sentono parlare solo di problematiche a loro estranee.

Non siamo nemmeno riusciti a costruire per tempo l’immagine di un partito diverso e più aperto. A parte gli episodi discutibili avvenuti ogni qualvolta si è avuto a che fare con le primarie, svolte o ipotizzate, nei fatti ci troviamo di fronte a un partito che fino ad oggi si è dimostrato incapace ad essere accogliente. Della trentina di ragazzacci impetuosi che avevano organizzato tante cose nella campagna del 2008 (quella dei famosi “Negroni per Veltroni”) dentro il PD siamo rimasti in quattro o cinque. Saranno i giovini d’oggi che non sono abituati a soffrire, certo, ma anche il risultato di un ambiente che complessivamente è tutto fuorchè ospitale e aperto.

Certo, tutto questo è dovuto principalmente a una campagna elettorale nazionale scialba, alla mancanza di incisività della nostra proposta politica complessiva e credo anche a una nostra antipatia nei confronti delle persone, che evidentemente abbiamo maturato in questo ventennio. C’è spazio per recuperare? Sì. A Parma, capitale del grillismo, il centrosinistra ha ottenuto un ottimo risultato, “vincendo” la città che negli ultimi anni è stata prima destroide e poi grillina.

Siamo in un ritardo terrificante, e il fatto di avere la coscienza a posto ci deve servire solo da garanzia, ma non è sufficiente. Dobbiamo fare una rapida inversione di marcia, dato che i moderati non esistono più, perchè oggi come oggi stanno tutti incazzati come delle vipere, e a questi dobbiamo ricominciare a parlare e soprattutto ad agire.

La parte che manca

Credo che la maggioranza degli elettori del PD voglia un cambiamento, solo una parte di questi è stata convinta dalla proposta di Renzi – che pure ha avuto un successo enorme. Ne è mancata una parte per vincere al Sindaco fiorentino, tra cui ci sono anche io, e voglio tentate di spiegare il perchè.

Faccio quindi una check list di alcuni aspetti necessari per renderla più credibile e vincente, per un futuro non troppo lontano.

  1. Non prendersela troppo con l’apparato tutto incluso, che sono anche decine di migliaia di volontari che perdono tempo a tenere aperta la baracca a prescindere da chi c’è sopra;
  2. Non usare più terminologia da “noi e loro”, perchè fidelizzante per i convinti, ma allontana tutti gli altri (esempio concreto: il qui presente che NON appartiene alla gloriosa tradizione);
  3. Saper fare squadra. Il leader ci deve essere, ma essersi persi per strada una miriade di giovani competenti, conosciuti e credibili (dai piombini a quelli di Prossima Italia, per capirci) è stato un errore capitale;
  4. Ci vuole gioco corretto – nella sostanza, non nella forma. Quindi: esserci nelle occasioni dove si decide (che siano congressi di partito, direzioni nazionali o comitati provinciali e nel caso andare in minoranza), non usare trucchetti quali domenicavoto.it (che non avrebbe comunque cambiato una mazza e ha esacerbato gli animi di tutti).

Ci possono essere ovviamente molti altri aspetti che non ho (ancora) considerato, ma questi sono quelli che razionalmente mi hanno dato più da pensare. Ne scoprirò forse altri col tempo.

E’ per questo che nella sua globalità ho preferito al secondo turno la proposta di Pierluigi Bersani.

Lo que me gusta

Europa:  davanti Pigi

Esteri:  stravittoria del segretario

Lavoro: mah, nè Ichino nè Fassina mi soddisfano del tutto

Istituzioni: Bersani avanti, troppi slogan da Renzi

Squadra: pareggio, che uno a volte è mal accompagnato e l’altro è troppo “one man band”

Entusiasmo: Renzi avanti

Coalizione: con Renzi, che se adesso abbiamo il 34, magari con le parlamentarie cresciamo ancora e se SEL e PSI fanno un buon lavoro, possiamo anche fare a meno dell’UDC

Campagna: tra Renzi che non fa capire quasi di essere del PD e Bersani che invece ne va orgoglioso, beh, io sto col mio segretario, che un pezzetto di ‘sto coso sono pure io

Supporters: squalificati entrambi

Carattere: meglio Bersani, l’arroganza non mi piace molto

e potrei andare avanti per mooooolto

Qualche idea io me la son fatta, fatevi la vostra e ci vediamo domenica.

 

Cronache dalle primarie – stagione IV episodio 5 – il dibbattito

Premesso che non siamo abituati a tante cose.

Tipo che dici “lo fa SKY” e non ti viene in mente che sia pure in chiaro sul canale 26.

Tipo che comunque ci si aspettava cantassero e il giornalista doveva da un momento all’altro scindersi in Morgan, Elio e Arisa.

Tipo che obbligarli a parlare in 60-90 secondi era il sogno di una vita.

Tipo che comunque sentivi che mancavano il plastico, Vauro e Pagnoncelli.

E comunque  è stato un bello spettacolo.

Dubito che serva, se non in maniera infinitesima, a far cambiare idea ai potenziali elettori. Nel senso, che Renzi sia il più telegenico, Vendola il più poetico, Tabacci il più estroso, Puppato la più rassicurante e Bersani il più serio, lo si sapeva prima.

Ognuno quindi ha in testa sua confermato punti forti e deboli del proprio beniamino, ma ha imparato a conoscere meglio anche qualche altro candidato, che molto probabilmente non voterà, ma ha sicuramente avuto modo di apprezzare.

Risultato secondario: con un giornalismo serio e candidati seri, non diminuisce il “tasso di interesse” sulla politica, anzi. #csxfactor è stato trend topic mondiale su twitter.

Resta personalmente da capire se il triste circuito del giornalismo spettacolistico italiano in cui si deve affiancare al politico lo showman, il pettegolezzo, il comico e il tragico sia la causa, l’effetto  o tutti e due del tristo spettacolo degli ultimi vent’anni. Mi pare che ne stiamo uscendo comunque.

Va un casino quest’anno

Grandi polemiche che non si placano sulle uscite pro-Renzi di Zoccarato, complice anche un’uscita infelice di alcuni bersaniani e conseguente replica del suddetto.

A me la cosa che continua a stridere è il fatto è che Zoccarato non ha proprio nulla nè di Renzi, nè del renziano.

Il Sindaco di Firenze quando si tratta di indicare i “rottamabili” fa nomi e cognomi precisi, mettendo i propri vertici per primi. Il suo pallido epigono matuziano “consacra” addirittura Claudio Scajola, attualmente nella top 5 nazionale dei pidiellini più impresentabili. Tra la Minetti e Dell’Utri, per capirci.
Direi che è un comportamento un po’ pavido, no?
Per di più in giunta, in consiglio e nelle partecipate è circondato da gente che faceva già politica quando le ragazzine impazzivano per i Duran Duran e dunque l’impeto rottamatorio è evidente che ce l’ha solo su facebook.
Ma più in generale la grossa differenza tra i due sindaci è nel comportamento da amministratori:
  • Matteo Renzi se si pone un problema amministrativo o politico, si fa una sua idea, prende posizioni anche molto nette, le esprime pubblicamente e poi le porta avanti fino in fondo;
  • il sanremese, di fronte a una questione, non ha nessuna idea, non prende nessuna decisione, comunica a casaccio idee contradditorie con annesse ingloriose retromarce e poi alla fine lascia tutto così com’è.
La politica non si fa solo seguendo le mode o chi va forte quest’anno.
Pertanto sottoscrivo le dichiarazioni, senz’altro più incisive, di Mario Robaldo sulla querelle.

Cronache dalle primarie – stagione IV episodio 4

“VISTE LE ELEZIONI IN SICILIA…
VISTE LE FACCE “NUOVE” DI CHI SI PRESENTERA’ ALLE PRIMARIE DEL PDL…
VISTA LA MANCANZA DI RINNOVAMENTO DI QUESTO CENTRO DESTRA, IN PROVINCIA, IN REGIONE, IN ITALIA…
SPERIAMO CI SALVI RENZI !”

Me l’aspettavo un endorsement pro Renzi di Zoccarato. Un po’ perchè è da un annetto che Cambiaso cerca – con miserrimi risultati – di far passare il Sindaco di Sanremo come il Renzi del PdL, dimenticandosi che Renzi, al contrario di Zoccarato, è competente, apprezzato e capace ad amministrare.

Il tentativo è poi particolarmente sciocco: alla domanda “ce l’hai con Scajola Claudio? ce l’hai con Scajola Marco? ce l’hai con Berlusconi Silvio?” la risposta è “no, ma con chi li consiglia”, senza fare nomi o dettagli. Come se ci fosse davvero, qualcuno che gli dai cattivi consigli, a loro insaputa. Non è la prima volta che si sente questa tesi.

La mia impressione è che in generale stia tentando contemporaneamente di essere scajolano con gli scajolani, minassiano coi minassiani, burlandiano con Burlando, e così via. Insomma una discreta faccia di tolla.

Se la pensasse davvero così, si dimetterebbe da tutti gli incarichi di partito che ha, e ne ha parecchi. Riporto comunque un articolo del regolamento delle Primarie, così, per chiarezza:

Non sono ammessi al voto per le primarie coloro che non abbiano sottoscritto il pubblico Appello e la Carta di intenti della Coalizione di centro sinistra “Italia Bene Comune” o coloro che svolgano attività politica in contrasto con la Coalizione di centro sinistra “Italia Bene Comune”.

Silvio B. ha detto che faranno le loro di primarie, loro dicono di essere così contenti coi loro regolamenti e i loro organi di partito. Non ho voglia che loro giochino con le nostre cose, perchè queste primarie sono per noi una cosa seria.

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