Dazed and confused

Non sono per nulla contento di quel che sta succedendo in Parlamento. Intendo in tutto l’emiciclo, ovviamente: sono di parte, mica abelinato. L’immagine del Paese che ne esce è debole, visto che in pratica da un lato c’è un’opposizione bovina e una maggioranza troppo succube dei decreti del governo.

Detto questo, sono convinto che l’innalzarsi dei toni in casa Grillo sia semplicemente dovuto al fatto che stiano emergendo – poco e male – alcuni significativi cambiamenti. Non tutti mi piacciono, ma è un dato di fatto che la situazione si sia sbloccata.

La legge elettorale in vista cambierà il Porcellum. Non è la legge elettorale ideale, ma è migliore dell’attuale. Il fatto è che in molti che “dibattono” sui social network non conoscono nulla su questo temo. Riporto la legge elettorale secondo uno dei grillini-hardcore che ho in bacheca:

“IO VOGLIO UN SEMPLICISSIMO SISTEMA MAGGIORITARIO UNINOMINALE; NIENTE PREMI DI MAGGIORANZA, NIENTE PROPORZIONALITA’, DOVE LA GIUSTA PROPORZIONE DEI VOTANTI DI UN PARTITO DEVE ESSERE RAPPRESENTATO CON LA STESSA PROPORZIONALITA’ IN PARLAMENTO!”

Con tutta l’opportuna fantasia che non mi difetta, volere un sistema che sia in contemporanea uninominale, maggioritario, proporzionale e senza premi di maggioranza è semplicemente impossibile, così come lo sarebbe una bistecca vegetariana di sola carne.

Idee poche e confuse. L’unico che quindi ci guadagna ad alzare i toni è chi gestisce gli incassi pubblicitari del blog e della rete di siti grillini (lacosa, tzetze, etc). E non è il M5S, ma Grillo stesso.

…to be continued

Sono soddisfatto. Abbiamo parlato – unici – per alcuni mesi di temi difficili, concreti, sentiti, mai caduti nella demagogia e senza scendere a compromessi.

Renzi ha meritatamente stravinto e sarà il mio segretario, senza se e senza ma. Le primarie hanno avuto uno straordinario successo di affluenza, visto il clima e i gufi professionisti che si sono puntualmente sbagliati.

Nel frattempo gli apparati erano schierati altrove, a sostegno del vincitore annunciato o a difesa dell’unico vero sfidante accreditato “dove conta”. Luca Sofri e Gad Lerner vanno ancora più in là, ma non mi interessa, mentre (come sempre) condivido quasi integralmente quanto scrive nonunacosaseria.

Come saprete, ero il coordinatore della mozione Civati in Provincia di Imperia. Bisogna saper perdere, come dice giustamente il mio Montanari preferito. Ma bisogna anche essere obiettivi: abbiamo ottenuto un risultato superiore alla media nazionale, sfiorando per pochi voti l’elezione della “nostra” Giovanna Baldassarre in Assemblea Nazionale. Toccherà a Lorenzo Frixione fare da civatiano savonimperiese e quindi sbattersi il doppio (#sischerza, anzi daghe drentu).

Non male, per l’unica mozione senza “grandi nomi” in Provincia.

tobecontinued

Adesso ovviamente si continua. Perchè noi “civatiani” siamo talmente pericolosi estremisti di sinistra che il nuovo responsabile economia del PD è Filippo Taddei, ovvero chi ha coordinato le nostre pagine economiche.

Su vari temi il PD è stato paurosamente “zitto e fermo”, mentre il mondo andava avanti, e il nostro compito sarà quello di far sì che non ci scappino più. Per capirci, in questo momento la protesta dei forconi è arrivata fino a Imperia e stamattina hanno anche fatto saltare una riunione di Commissione in Provincia e il Consiglio previsto per questo giovedì. Siamo stati tutti colti di sorpresa, mentre avremmo dovuto capire per tempo quanta rabbia covava sotto la cenere. A tutta questa gente, e a molta altra, dobbiamo delle risposte, sia perchè è nostro dovere, sia perchè se no glie le daranno Forza Nuova, Grillo o magari Tano Scullino. Con la loro proverbiale affidabilità.

Penso che da domenica sera in poi sarà comunque più facile darle.

Un’idea per il M5S

Prevedibile contrarietà da parte del M5S sulla nuova legge sul finanziamento pubblico ai partiti.

A prescindere dal parere che ognuno ha sulla questione – non è questo che mi interessa in questo momento – ci sono però gravi inesattezze in ciò che il M5S dichiara in particolare su due punti:

  1. si tratta di una legge anti-M5S
  2. il M5S rifiuta i contributi pubblici

Non si tratta infatti di una legge che esclude il M5S, ma direi a oggi tutti i partiti sono “fuori” da questa legge, nel senso che tutti i partiti dovranno adeguare il loro Statuto – o il loro documento che regola la vita interna, in qualsiasi modo si chiami. Anche il M5S volendo – e dopo spiego come – può rientrare benissimo nello spirito della legge.

Sul secondo punto, facciamo un semplice esempio: mettiamo che io abbia un’automobile non collaudata e quindi legalmente non in grado di circolare, anche se con un intervento del meccanico potrei risolvere tutto . Sarebbe pretenzioso sostenere che “sono io che rifiuto di circolare in una strada così”, perchè nei fatti chiunque capisce che probabilmente ho un catorcio non in grado di andare avanti con sicurezza. Se la collaudassi e la mettessi in regola, allora potrei dire “mi rifiuto di farla girare”.

Più o meno sul finanziamento pubblico c’è la stessa situazione, visto che il M5S non può presentare una domanda accettabile per il finanziamento pubblico, perchè le sue regole interne non rispettano alcuni criteri – tra l’altro validi in generale per tutte le forme associative italiane, associazioni culturali, pro loco, pubbliche assistenze, etc etc – come pubblicità dei bilanci, democrazia interna, ruoli dei vari organi, etc etc etc.

Proporrei quindi al Movimento per acquisire maggiore credibilità di dotarsi di un regolamento interno che preveda ruoli precisi, che pubblichi i bilanci dei vari organi e che stabilisca in maniera chiara e trasparente chi e come si decide. Una volta messo a posto questo – cosa che ha fatto senza scossoni la totalità dell’associazionismo italiano – si potrà dire di rifiutare i finanziamenti pubblici. E penso che ci guadagnerebbero tutti.

Altrimenti sarebbe come dire che io ho rifiutato i contributi per la ricerca spaziale se magari ho solo quattro fischioni.

Più ricchi dello 0,0000001 %

Mettiamo che io sia un imprenditore di una grossa azienda, dal fatturato di 200 milioni di €.

Mettiamo che io per contratti vari debba pagare profumatamente chi lavora in un determinato ramo d’azienda, a cui non posso rinunciare.

Mettiamo che quel reparto sia anche straordinariamente poco produttivo, e che questo blocchi l’attività del resto dell’azienda.

Mettiamo che una parte dei dipendenti di quell’azienda, resasi conto dell’inefficienza, decida di fare una colletta e di restituire 157 euro ovvero meno dello 0,0000001 del fatturato aziendale.

Bene, questo è in soldoni quello che è successo col Restitution Day, basta controllare le cifre “restituite” e il PIL italiano.

Il problema non è (solo) che la politica deve costare meno, è che deve soprattutto essere più produttiva e fare bene il suo lavoro.

Ancora due cose

Qualcuno ha risposto al mio post sulla “voglia di sangue” dei grillini che anche il PD ha espulso varie persone in varie occasioni, mentre il M5S ne ha espulsi solo “4 o 5”.

Punto uno – non è vero che sono stati espulsi solo “4 o 5” dai grillini, infatti c’è stata una falcidiazione a vari livelli. Fermiamoci in Provincia di Imperia: a Vallecrosia c’era una lista di “grillini clandestini”, ovvero di persone che non sono state accettate dal movimento per motivi non chiari e trasparenti. A Imperia per motivi non chiari il movimento si è spaccato a metà, con tutta una serie di strascichi e polemiche molto ridicole e decisioni arbitrarie su chi fosse “in” e chi no. E dunque non si tratta di “casi isolati”, ma di un certo stile, ormai riconoscibile, in tutta Italia.

Punto due – non posso conoscere nel dettaglio tutte le questioni riguardanti le espulsioni dal PD, però il meccanismo con cui funzionano è profondamente diverso: esistono regole chiare con sanzioni definite ed è definito chi deve stare a giudicare solo sulla base delle regole, non esistono processi di piazza – più o meno controllabile – in cui si può realizzare facilmente la “dittatura della maggioranza”, ovvero che chi la pensa legittimamente diversa venga cacciato non per quello che fa, ma per quello che pensa.

Punto tre – la questione è politica: anche ammettendo che la Gambaro avesse violato le regole, hanno senso regole che impongono a una parlamentare di non esprimere pareri sui risultati elettorali di una campagna elettorale del suo Partito condotta molto probabilmente male dal suo stesso leader?

Ed è questo il vero problema: per un partito che ha sempre avuto come obiettivo primario “svelare le bugie dei politici”, obbligare i suoi politici a non dire la verità è un controsenso. Indipendentemente da quanto la Gambaro stia sulle balle a molti grillini.

Tocca a noi, ma anche a te

Tra le più grandi delusioni politiche di questi ultimi periodi c’è in pole position il Movimento 5 Stelle. E per una volta non sto parlando di Grillo, ma di una buona parte dei dirigenti dei meetup locali.

Mi spiego: con parecchi di loro ci si conosce da anni, da quando cioè ligi agli ordini superiori grilleschi, si lanciarono nell’operazione “fiato sul collo” a Sanremo dal 2005, ovvero la videoripresa dei consigli comunali (che erano comunque trasmessi in TV e mi è sempre sfuggito il senso di quest’operazione a Sanremo, ma non è il caso di soffermarsi su questi dettagli…).

Negli anni siamo stati a fianco in diverse occasioni, sia nelle proteste contro le innumerevoli minchiate delle amministrazioni locali sia in qualche campagna nazionale e c’era sempre stato un dialogo obiettivo, che per quanto mi riguarda sarebbe “sì, sono del PD, ma il cervello è il mio” e per molti grillini era “Sì, le spara grosse e molto spesso esagera, però serve a dare una svegliata al paese e comunque da noi uno vale uno”.

Da un po’ di tempo il clima è cambiato e pian piano ogni meetup si è completamente partitizzato. Dopo le politiche e in vista delle comunali, mi sembra siano cambiate molte dinamiche e  molti comportamenti da parte di molti militanti storici.

Il problema adesso è Grillo? Vergognatevi il problema sono alcuni di voi che si sono montati la testa o che giocano sporco. Andatevene via.
Lo sapevamo, lo sappiamo che siamo diversi, che non facciamo inciuci, l’abbiamo dimostrato e questo ce lo avrebbero fatto pagare caro e puntualmente è successo.

Ora, ad orologeria, escono i vari dissidenti che sparano minchiate a raffica, per infangare e distruggere il M5S.

Ci rivolgiamo a loro:
“Andatevene via!” – non perché lo dice Grillo ma perché lo diciamo noi: le persone normali che lottano sul territorio e che patiscono come cani quando vi vedono in televisione che sputate veleno e che in pochi minuti buttate nel cesso il lavoro di migliaia di attivisti sul territorio.

Voi, venduti, ladri di speranze, di futuro, ladri di sogni: andatevene via!!!!

Il Movimento 5 Stelle non siete voi, non siete i nostri portavoce: andatevene via.

Io so che nel tanto vituperato PD nessuno è mai stato buttato fuori se non era d’accordo col Segretario in carica, fosse Veltroni, Franceschini, Bersani o Epifani. Lasciando perdere la fatwa contro Pippo Civati, colpevole di parlare coi parlamentari grillini. Questo irrigidimento delle posizioni, di non-dialogo e di non-democrazia interna è in realtà sintomo di grande debolezza ed è la dimostrazione che per ora il M5S è una scommessa persa per il Paese.

Credo che sull’80 % dei temi sbandierati dai grillini sia difficile non essere d’accordo e che sarebbe stupido non dare risposte e proposte chiare e anche semplici sui temi dell’ambiente, della sobrietà della politica e dell’innovazione. Abbiamo perso una grande occasione nel non averlo fatto per tempo.

Ora il boccino ritorna in mano al PD. Negli ultimi giorni sono stato contattato da diverse persone che vogliono, per la prima volta, dedicare parte del loro tempo alla politica e al PD, sia perchè magari apprezzano l’attività amministrativa di giovani amministratori come Luca, sia perchè magari delusi da altri lidi ritenuti insoddisfacenti, sia per contribuire a dare la giusta sveglia al PD. A chi vuole contribuire e partecipare, consiglio caldamente di iscriversi questo mese e chi vuole invece farsi una “full immersion” di tre giorni, venga a Reggio Emilia a “W la libertà – Politicamp”. C’è pure Leila il Democane.

Quattro punti e un incognito

Non sono granchè soddisfatto di come sono stati spesi finora i soldi che i partiti hanno ottenuto tramite i rimborsi elettorali. Ci sono alcune cose però che devono essere chiare, e cioè che l’80 % del dibattito verte sul nulla o quasi.

Punto uno: il costo a cittadino è di pochi centesimi di euro l’anno e quindi non si risana il debito pubblico bloccandolo. Non si risolve la questione di principio, ma è bene saperlo.

Punto due: il vero problema fin ora è stata la scarsa trasparenza con cui sono stati gestiti questi fondi e penso che se si rendesse più pubblica la vita interna delle strutture organizzate, sarebbe molto meglio e probabilmente non ci sarebbero tutte queste polemiche. Ad esempio, penso che buona parte dei funzionari che lavorano nei partiti seguendo la politica estera o l’evoluzione dei dati economici possano essere molto utili e produttivi per chi poi politica la fa nelle istituzioni. O magari si sarebbe bloccato per tempo chi se ne approfittava.

Punto tre: il problema maggiore è quello dell’uguaglianza materiale. Dato che le campagne elettorali costano – si può essere molto morigerati, ma a zero non ci si arriva – ci sarà chi non ha problemi di suo a recuperare fondi, ci sarà chi ha un’apposita srl che si autopaga e ci sarà chi è già bello tosto e ha già una carriera alle spalle e tanti amici ricchi e potenti a cui costa poco sganciare qualche decina di migliaia di euro per la sua fondazione ad personam. Ho l’idea che se invece per caso magari sei un bravissimo consigliere di opposizione che lotta contro “i poteri forti”, avrai qualche difficoltà in più a farti sentire.

Punto quattro: chi sbraita di più contro questi fondi – il M5S – continua a ribadire che ha rifiutato il finanziamento pubblico. Beh, non è proprio così: in realtà, con la legge in vigore i “grillini” non ne avevano proprio diritto. Un po’ come se io dicessi che ho rifiutato di uscire con Scarlett Johannsson. Già, cosa prevede la legge in vigore? Che per ottenere i rimborsi, si devono avere statuto, democrazia interna e bilancio pubblico e bisognerebbe attuare tutta una serie di obblighi minimi di garanzia, tipo rendere pubblici i contratti tra Grillo e Casaleggio, conoscere i proventi del blog – che è un organo di partito a tutti gli effetti – e magari avere un qualche revisore dei conti che controlli il realismo delle spese.

Organizzo concerti da vari anni e mi risulta difficile credere che anche solo i palchi, i service audio e luci, i permessi per il suolo pubblico, le transenne e quant’altro ha usato Grillo nelle varie decine di tappe dello Tsunami Tour siano sempre stati “aggratis”. Quindi, o la rendicontazione è incompleta per errore formale – ma allora mi fa pensare che se questi non sanno tenere i conti loro, figuriamoci quelli dell’Italia – oppure è stato scelto di citare meno spese e meno finanziatori. Ho la vaga impressione che ci possa essere qualche “big sponsor” rimasto incognito. Mi farebbe piacere sapere il perchè.

Vale per tutti

Nel M5S si stanno già mostrando le prime differenziazioni territoriali qui in west coast. Già qualche anno fa nei due meetup allora esistenti su Sanremo si crearono due differenti specializzazioni, il primo più “amministrativo” (erano quelli che riprendevano il consiglio comunale, ligi agli ordini di Grillo, anche se era già in diretta) e il secondo più “complottista” (scie chimiche, veganismo et similia).

Simile spaccatura si sta ricreando anche ora, col gruppo di Imperia più talebano e litigioso – per capirci, hanno considerato incompatibile uno che era iscritto al Rotary e hanno un regolamento interno in cui manca solo “donna, tu partorirai con dolore” – e quello di Bordighera più volemosebbene, in cui si trova anche Pietro Paolo Guglielmi, ex candidato sindaco del centrosinistra, ex consigliere comunale e nel direttivo PD cittadino fino alla fine di marzo. Anche qui, regole e incompatibilità hanno un andamento elastico.

Sia chiaro, ogni mondo è paese e ogni paese è mondo e la mia non vuole essere una critica, ma solo una (piccola) dimostrazione di come ogni partito, quando prende contatto con la realtà, è costretto ad assumere forme sempre più mutevoli e diverse da ciò che scrivono ai vertici.

Valeva per ciò che si immaginavano Veltroni e Bersani, varrà per ciò di cui scrivono oggi Barca & co, vale oggi per ciò che Casaleggio & co “impongono” ai meetup.

VRM e due note

Ieri ennesima commissione su Villa Regina Margherita.

Riassunto delle puntate precedenti: la Provincia è proprietaria di Villa Regina Margherita, in cui si espongono le opere della Collezione Terruzzi ed è gestita dalla Fondazione Terruzzi, in cui la Provincia è associata come il Comune di Bordighera. Quando si sono firmati gli atti che regolavano i rapporti tra i diversi enti, non ci si è resi conto che – parere della Fondazione Terruzzi – nel caso Provincia o Bordighera siano in difficoltà economiche e per un anno non si possa erogare una certa quota, l’intero investimento sfumerebbe.

La teoria è tutta da dimostrare, ma viene da pensare cosa si avesse in mente quando ci si imbarcava in missioni più grandi di noi senza alcuna tutela per l’interesse pubblico. Anche dalla maggioranza, alcuni consiglieri hanno ammesso che potessero tornare indietro, non voterebbero l’acquisto seriale delle ville.

Risultato: facendo una tecnicamente notevole “scarpetta” da tutti i fondi turistici, culturali e di promozione degli ultimi 12 anni, pare si siano trovati 160.000 € per quest’anno per rispettare la convenzione.

Da parte di alcuni esponenti di centrodestra è partita la proposta “aggiustiamoci le strade, tanto anche aggiustare le strade è turismo”. Io non sono d’accordo: se siamo ridotti all’anno zero del turismo in Provincia di Imperia, è anche perchè in decenni i fondi turistici sono stati spesi in tante cose che di turismo avevano davvero poco. Erano magari opere utili, ma che non hanno portato nessuna svolta seria. Continuare su questa logica del “fare un campo da bocce è sviluppare il turismo” ancora oggi porta danni.

Detto questo ed essendo consci che ci sono sicuramente modi migliori in questo momento di crisi nera provinciale per il turismo (gli IAT del Parco Alpi Liguri, l’Istituto di Diritto Umanitario o l’Istituto Internazionale di Studi Liguri). Abbiamo chiesto un’integrazione di documenti, perchè non si conosce il bilancio di questa fondazione in cui pure la Provincia è rappresentata. Non conosciamo le ricadute effettive in termini turistici di queste attività. Non conosciamo i costi delle diverse attività che vi vengono svolte. Prima di prendere una qualsiasi decisione, è opportuno davvero conoscere questi dati.

Chiudo il post con due piccole note a margine:

L’assessore Leuzzi si è espresso in termini poco teneri nei confronti di Beppe Grillo, dicendo cose che io non avrei mai detto. Penso che i grillini di Sanremo dovrebbero, molto signorilmente, lasciar perdere invece di spammare “il consigliere Leuzzi offende Beppe”. Grillo insulta quotidianamente in malo modo chiunque e se ogni tanto si becca qualcosa anche lui, non è una tragedia. Difendendolo in maniera esagerata si finisce nel ridicolo.

Chiederò inoltre a breve conto dell’indagine sulla situazione occupazionale dei laureati del Polo staccato di Imperia promessa l’anno scorso da Ambesi.

Un percorso assieme

Credo che ci debba essere un dialogo costruttivo sui temi e sulle proposte con i meetups e il M5S. Da parte mia c’è sempre stato.

Alcuni anni fa mi ha contattato un’esponente grillina. Mi ha chiesto se condividessi che bisognasse fare casino su una particolare situazione sanremese (un Parco rimasto chiuso per anni). In particolare gli serviva una mano organizzativa, oltre che avere la necessità pratica di avere alcune attrezzature (tavoli, gazebo, impianto audio).

Io ho risposto che ovviamente condividevo e che non pensavo ci sarebbero stati problemi, anzi, che sarebbe stato bello fare una manifestazione in cui ci sarebbero state a fianco le bandiere dei Giovani Democratici e i simboli grillini. A quel punto l’esponente si è irrigidita e si è ritratta dicendo che non voleva fare una manifestazione politica. La manifestazione poi non si è fatta. Occasione persa per entrambi e nessun risultato per i cittadini.

Al di là delle legittime differenze politiche, che in sè fanno bene, non si può non ragionare sulla base che non ci si può nascondere, negando nei fatti di compiere un percorso politico nelle istituzioni.

Perchè si può discutere di abolizione del finanziamento pubblico, ma deve essere aperto, trasparente e tracciato tutto il finanziamento privato. E lo Tsunami Tour non è costato poco, solo in impianti audio video penso si siano raggiunte le sette cifre. E non ci si può nemmeno nascondere dietro il fatto che in realtà il M5S non ha diritto ai rimborsi elettorali perchè le sue regole interne non sono democratiche.

Vorrei poi capire alcune cose un po’ più curiose. Tipo che coerenza c’è nel progettare un ecovillaggio in Costa Rica con rifugi antiatomici inclusi. Tipo che se da un lato si dice che “uno vale uno” e che tutti sono “portavoce” o “megafono” dei cittadini, perchè Casaleggio può dire che se non si fa come dice lui, se ne va. E perchè se Casaleggio nel suo famosissimo video su Gaia pensa che tra 10 anni ci sarà una gigantesca guerra mondiale – inevitabile, in tutti i casi – come mai spinge per il disarmo dell’Italia.

Faccio queste domande non con l’occhio critico di chi pensa di essere superiore o migliore, ma con la dovuta curiosità di chi è consapevole che dovremo fare una lunga strada nella stessa pista e che quindi è opportuno conoscersi, senza paraocchi.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: