Ognuno qui dice la sua. Oggi nel convegno ANCI organizzato a San Lorenzo al Mare al centro dell’attenzione pare ci sia stata soprattutto la questione della fusione delle province. Paradossale che per riempire la sala si sia usata l’esca di attrarre gli amministratori locali dei piccoli comuni promettendo chiarimenti sulla questione dell’obbligatorietà delle funzioni associate – che stanno mettendo in crisi diverse amministrazioni.
L’impressione è che fosse un incontro del PdL in incognito più che una riunione tecnica e istituzionale. Tra i mattatori, Vinai (candidato sindaco PdL a Genova con pessimi risultati e segretario dell’ANCI Liguria), Minasso e Sappa.
A leggere le interviste, ne esce il nulla cosmico: Minasso propone un doppio capoluogo, Scajola Marcolino invece mugugna contro il governo e i Sindaci logicamente paiono più interessati a capire su come si devono organizzare i servizi sociali o gli uffici tecnici. Escluso Zoccarato che ha ovviamente pensato a fare solo un paio di sparate che, stringi stringi, nulla vogliono dire.
La proposta più assurda è però venuta dal Presidente Sappa: costituire una provincia unica sì, ma solo fino a Spotorno. O meglio, non è assurda per niente in un’ottica da “mantenimento del feudo”: in pratica lo scopo sarebbe quello di escludere dalla fusione quelle aree che sono storicamente di sinistra, con la remota speranza di mantenere un “saliente” di centrodestra, in cui barricarsi e non uscire più. Ragionamento tipicamente azzurro-ponentino: belli, bravi e capaci come noi non ce n’è, perchè dovremmo mescolarci con altri?
Piccolo particolare: non solo probabilmente gli abitanti delle zone “disSappate” (il savonese e la val Bormida) non sono d’accordo, ma addirittura il centrodestra di Arenzano e Cogoleto, comuni ora in Provincia di Genova, chiedono l’annessione alla nuova provincia ponentina, e probabilmente anche a sinistra l’idea non dispiace così tanto.
Come gruppo del PD vorremmo invece restare sul concreto e abbiamo chiesto la convocazione della Commissione sul Personale. Già, perchè mentre molti fanno mirabolanti progetti geopoliticostrategici, noi abbiamo deciso di restare sul concreto.
Il gruppo del PD in Provincia ha ottenuto una convocazione della Commissione Studio delle Politiche del Personale per il giorno 11 settembre. Il gruppo del PD è infatti estremamente preoccupato per il futuro dei servizi e delle competenze gestite dalla Provincia e per quello del personale.
Pare infatti che si sia persa di vista la concretezza necessaria ad affrontare questo difficile passaggio: invece di proporre fantasiose soluzioni irrealizzabili nel breve periodo o di dichiarare una, se pur legittima, francamente inutile, contrarietà al processo in corso, è invece assolutamente necessario ripensare l’organizzazione futura delle strutture e degli uffici.
Riteniamo innanzitutto indispensabile:
- garantire la permanenza di sportelli e di uffici a maggiore accesso al pubblico in entrambe le attuali sedi provinciali, sia presso gli sportelli periferici (Centri per l’Impiego e Uffici IAT ad esempio);
- stabilire quali siano le sedi operative da mantenere distaccate per garantire servizi tecnici più efficienti;
- cogliere l’occasione per modernizzare le procedure e avviare un processo che porti ad una maggiore efficienza degli uffici, cogliendo anche la disponibilità dimostrataci dal personale dipendente in più occasioni a innovare e migliorare le proprie modalità di lavoro.
Questi obiettivi sono da raggiungere al più presto, a prescindere dalle discussioni avviate presso altri enti o su (molto improbabili) stop nazionali al processo di accorpamento. Si è già perso fin troppo tempo parlando del nulla o dell’inutile, mentre le priorità devono essere i servizi per i cittadini e le istituzioni locali e la tutela dei posti di lavoro.
Il Gruppo del PD in Provincia intende collaborare fattivamente con proposte concrete che presenteremo in seguito alla riunione della Commissione Personale, da noi richiesta e ottenuta.
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