Appello agli elettori del Partito Democratico

Io ovviamente e modestamente sottoscrivo.

Questo appello è rivolto a tutti gli elettori del Partito Democratico affinché diano il loro contributo partecipando al prossimo congresso in maniera attiva.

L’analisi delle criticità ci vede concordi circa un Partito Democratico spesso ingabbiato da logiche correntizie, incapace di cogliere i cambiamenti del nostro tempo, ammalato di tatticismo e di personalismi, poco propenso ad ascoltare la base, il suo elettorato e la voce dei territori.

La missione del Partito Democratico è quella di governare l’Italia. Oggi dobbiamo fare quei cambiamenti di sistema indispensabili a farla divenire il Paese del rispetto e del merito che è il fondamento di ogni società, dove crescita economica e benessere umano, ambientale e civile vanno di pari passo. Per questo serve un congresso ricco di contenuti e di obiettivi.

Il congresso del Partito Democratico sarà il momento in cui non si rinnoveranno solo i dirigenti nazionali e locali, ma si definirà la linea politica dei prossimi anni.

Abbiamo l’idea di un partito che non sia consociativo ma alternativo al centrodestra, rispettoso dei principi stabiliti dallo Statuto, chiaro nei contenuti e trasparente nelle scelte, aperto alla società civile e ai suoi talenti, pronto a confrontarsi con gli amministratori locali, capace di formare una classe dirigente, promotore del merito a tutti i livelli.

Da tempo chiediamo un congresso aperto al quale possano partecipare non solo gli iscritti, ma anche gli elettori e i simpatizzanti. Un congresso con regole semplici, chiare e trasparenti. Un congresso che diventi luogo di discussione e scelta per milioni di persone. In ogni caso ci sarà un solo modo per cambiare il Partito Democratico: entrarci.

Aderire in massa, partecipare al congresso da iscritti, per contribuire non solo con il voto ma con la partecipazione, vorremmo dire con la propria vita, con l’esempio; assai di più di quanto si possa fare se fossero “solo” primarie. Patrimonio di condivisione che non ci ha mai tradito.

Con questo appello chiediamo pertanto a tutti gli elettori del Partito Democratico, nessuno escluso, di iscriversi. Di farlo fin da oggi e di invitare altre persone a farlo. Questo consentirà di ampliare la base della nostra democrazia interna e di avere una leadership autorevole, riconosciuta e pienamente legittimata.

Iscriversi al Partito Democratico è semplice. Basta rivolgersi al circolo del proprio luogo di residenza, sottoscrivere l’adesione e ritirare la tessera. Ma c’è anche l’iscrizione on line, dal sito del Partito Democratico.

Ne vale la pena. Non per noi, non per chi sarà il prossimo segretario, ma per il Partito Democratico.

Che è un po’ come dire per l’Italia.

Fabrizio Barca
Goffredo Bettini
Felice Casson
Pippo Civati
Laura Puppato
Debora Serracchiani

Albano, Pezzopane e Puppato in Riviera

Venerdì 19 e sabato 20 luglio le senatrici Donatella Albano, Laura Puppato e Stefania Pezzopane terranno una serie di incontri sul territorio, dedicati a tematiche ambientali e alla scena politica nazionale.
Ecco il calendario degli appuntamenti:
Venerdì 19 – Donatella Albano e Laura Puppato
– ore 11:30: presso il Teatro all’aperto di Badalucco (IM) in piazza Marconi, parleremo di “Energie rinnovabili e Pubblica Amministrazione: esperienze e proposte degli amministratori locali dell’imperiese” 
– ore 16:00: presso il Consorzio dei pescatori sul Molo Lungo a Imperia Oneglia, parleremo di “Pesca e sostenibilità ambientale: proposte per un nuovo quadro normativo”
 
– ore 19:30: parleremo de “Il PD che verrà..” alla Festa Democratica  a Bussana di Sanremo
Sabato 20 – Donatella Albano e Stefania Pezzopane
– ore 16:00 – aula consiliare Comune di Ceriana “La ricostruzione dopo le catastrofi naturali: la lotta degli amministratori locali ”
– ore 19,30 – incontro alla Festa Democratica a Bussana di  Sanremo
 

Quando tutto gira veloce è inutile tirare il freno a mano

Negli ultimi anni anni abbiamo evitato di prendere coscienza di un mondo che cambiava. Questo mondo è rimasto un po’ ad aspettare, poi ha trovato in autonomia i suoi spazi. E’ dal 2008 infatti che, in varie forme, liste più o meno “grilline” si presentano alle elezioni e già nel 2009 i meetup sono stati capaci di eleggere due europarlamentari. Negli anni successivi, il desiderio di innovazione e di cambio della guardia si è mostrato in più occasioni, sempre o quasi all’interno del centrosinistra, sia in diverse elezioni primarie tenute in tutta Italia, sia attraverso ad esempio lo straordinario successo del popolo dei referendum. Non abbiamo visto che ci stava arrivando un treno addosso, in pratica, e il fischio che si avvicinava si sentiva.

Per questo ritengo che il vero tema non sia l’inclusione o meno di Renzi e renziani, ma sia decisamente più ampio e riguarda migliaia di persone che pian piano si sono allontanate dal PD. Buona parte di questi non si riconosce nell’istituzionalizzazione delle leadership nazionali su base territoriale e non riescono a vedere come pienamente compiuti gli sforzi di apertura che pure il PD ha fatto. Abbiamo sprecato, in parte, un capitale enorme di credibilità. A volte solo per logiche di piccolo cabotaggio locale.

Abbiamo poi pagato una certa mancanza di verve di tutta la nostra campagna elettorale. Certo, non saremmo mai stati in grado battere un saltimbanco e un comico, ma oltre che dire la verità, dovevamo suscitare speranza nell’elettorato, e avremmo avuto ottimi argomenti con cui farlo.

Alle scorse primarie avevo convintamente sostenuto il programma di Laura Puppato perchè ritenevo che fosse quello che meglio poteva rispondere alle domande dei potenziali grillini. Pippo Civati è da anni che studia linguaggio, attività e proposte targate Grillo. Non mancano in Parlamento, grazie alle primarie, nostri amministratori che hanno dimostrato sul campo di averne, altro che cinque, anche sette o otto di stelle. Ripartiamo anche da loro, merito e competenza vanno premiati e usati adeguatamente.

La cosa che sinceramente non capisco è come mai non siamo stati in grado di usare i nostri temi, come l’Europa, il lavoro, l’economia e la giustizia, su cui siamo credibili e siamo stati invece costretti su tematiche strumentalizzate come l’IMU sulla prima casa o i costi della politica. Su quest’ultimo aspetto poi è incomprensibile come non si è stati in grado di spiegare i passi avanti fatti e di come invece ci si arrocchi su posizioni incomprensibili ai più. Abbiamo riempito una piscina in cui far sguazzare altri.

E’ tempo di dare segnali chiari da parte della politica, perchè senza politica questo Paese non sopravvive. Dubito che altri saranno in grado di farne di significativi, per cui al PD toccherà un lavoro triplo. Servono, a ogni livello, facce e idee nuove, bisogna farli conoscere e contemporaneamente creare gli spazi perchè ci si prepari già anche al loro ricambio. Siamo in un ritardo pazzesco e il mondo attorno gira troppo veloce, è ora di levare il freno a mano.

Intervento pubblicato sul Secolo XIX del 14/3/2013

Prima il COSA, poi il COME e alla fine il CHI

Grande è la confusione sotto il cielo. Anche nella mia testa però si scherza mica.

Il combinato disposto di votazioni e legge elettorale ha creato un Senato ingovernabile. L’unico modo per riuscire a fare qualcosa di urgente e sensato è quello di dare la fiducia a un Governo che metta come programma pochi punti fondamentali condivisi tra il programma del PD e del M5S.

Ovviamente sono e siamo tutti contrari all’ipotesi “larghe intese”, ovvero governo PD + PdL in questo momento caldeggiata da Grillo. Ma – come è logico e come è il suo stile – sta sostenendo diverse cose, anche in contraddizione tra loro, perchè al di là dell’apparente sicumera, sono gravi i dubbi che colgono in questo momento i più “esperti” del M5S.

Per arrivare alla definizione di questo governo penso però che – quanto meno sulla stampa e nel dibattito comune – si stia seguendo il percorso esattamente inverso, proponendo prima i nomi, poi le modalità e quindi i contenuti.

Il percorso da seguire è invece esattamente il contrario, ovvero prima definire gli obiettivi condivisi, quindi le modalità e solo alla fine le persone da coinvolgere. Prima il COSA, poi il COME e alla fine il CHI. Siamo a una fase di cambiamento talmente radicale che non la si può risolvere mettendo Casaleggio agli Interni e D’Alema agli Esteri, per capirsi.

Credo che all’interno del PD si nuoti in un mare di ignoranza per quello che riguarda il M5S e penso che sarebbe utile che si sfruttassero al massimo competenze e conoscenze di due persone che della faccenda se ne capiscono eccome. Sto parlando di Laura Puppato, che è stata niente di meno che il primo Sindaco a 5 Stelle e di Pippo Civati, che segue da anni senza puzza sotto il naso l’evolversi del MoVimento.

C’è un problema di conoscenza di linguaggi e di modi, non tutti credo sappiano interpretare al meglio il dibattito interno perchè non conoscono come si svolge. Sarebbe dunque estremamente opportuno in questa fase che tutta una serie di persone tacessero con la stampa, perchè il loro legittimo contributo è strumentalizzato/non capito da anni dalla base grillina, ed  è a loro che dobbiamo riuscire a parlare. Sì, il target con cui in questi quindici giorni si deve parlare non sono Grillo e Casaleggio, ma i frequentatori dei meetup, e per farlo non servono interviste sul Corriere.

Passare dai moderati agli incazzati

Ho già scritto ieri che ci siamo presi una sberla secca, e che però altri l’hanno preso più forte di noi (sia al centro che a sinistra). Dato che non mi piacciono le autoassoluzioni, ora comincio a scrivere quello che penso su cosa avremmo dovuto fare e non abbiamo fatto. Condivido quello che ha dichiarato Riccardo Giordano al Secolo XIX: “Siamo andati male, malissimo, è inutile girarci intorno, nasconderci dietro un dito. Se il Pd non si apre alle persone esterne, ai movimenti, alla società civile, e non rinnova la sua dirigenza locale, la prossima volta non supera il 15 per cento.

Oggi tutti parlano del possibile scenario “avesse vinto Renzi”: sinceramente non so rispondere cosa sarebbe successo, ma credo che ora Matteo abbia capito quei 3-4 errori strategici che gli hanno fatto perdere le primarie e ora molti lo apprezzano di più anche grazie a questo. Certo è che Renzi avrebbe potuto forse convincere meglio col proprio spirito di cambiamento, ma non con le proprie proposte programmatiche che spesso sono lontane da quella grilline, quindi a conti fatti, un grande boh. A questi “renziani di ritorno” ricordo che io avevo deciso di sostenere alle primarie Laura Puppato, perchè (insieme a Civati, non in corsa) era l’unica che sosteneva la necessità di creare un dialogo nei fatti e nei contenuti col potenziale elettorato grillino, molto più grande anche numericamente dei “centristi cattolici” o dei tanto ricercati “moderati”, che sono poi i veri sconfitti di questo giro elettorale.

A me interessa ricordare che sono stato il primo e unico a dire che intorno allo svuotarsi del PdL e della Lega si sarebbe dovuto correre di corsa a riempire il vuoto che si stava creando in Provincia. Il risultato straordinario del M5S dappertutto sta a testimoniare che gli spazi per crescere c’erano. Usciamo da questa tornata elettorale in cui siamo cresciuti solo in 2 comuni (Airole e Mendatica), abbiamo contenuto le perdite nell’imperiese e siamo invece andati male nel sanremese e nell’intemelio. Certo, su Sanremo esiste uno dei più antichi meetup (e dei più simpatici anche) che sicuramente ha “preparato il terreno” meglio, ma resta incredibile che nei territori infiltrati dalla ‘ndrangheta (Ventimiglia, Vallecrosia, Bordighera) non siamo stati minimamente premiati dal voto, nonostante i grandi meriti che il PD ha nello “scoperchiamento della pentola”.

Evidentemente non siamo riusciti a fortificare nel tempo questo risultato. Ho personalmente partecipato a quattro iniziative pubbliche di “area” diciamo a Ventimiglia e in tre di queste mi sono trovato ad essere l’unico esponente del PD presente (1, 2, 3, 4). E la situazione ha portato a una bocciatura del PD tout court, locale e nazionale, anche perchè evidentemente non si è stati capaci di farci apprezzare come forza “differente”. A margine aggiungo che bisognerà osservare per bene i dati interessantissimi di Alternativa Intemelia sulla non-conoscenza da parte dei ventimigliesi del fenomeno mafioso e connessi, cose su cui avremmo dovuto per tempo fare campagna e su cui bisognerà cominciare a ragionare.

Su Sanremo ci siamo trincerati invece in uno sforzo sovrumano di amministrativismo puro e di perseguimento esclusivo di dinamiche connesse al Consiglio Comunale, col doppio risultato che l’eventuale buon lavoro svolto amministrativamente non ha trascinamenti positivi sul livello politico e che i Comuni dell’hinterland sanremese e le loro decine di migliaia di abitanti non sono certo portati a votare un PD che sentono parlare solo di problematiche a loro estranee.

Non siamo nemmeno riusciti a costruire per tempo l’immagine di un partito diverso e più aperto. A parte gli episodi discutibili avvenuti ogni qualvolta si è avuto a che fare con le primarie, svolte o ipotizzate, nei fatti ci troviamo di fronte a un partito che fino ad oggi si è dimostrato incapace ad essere accogliente. Della trentina di ragazzacci impetuosi che avevano organizzato tante cose nella campagna del 2008 (quella dei famosi “Negroni per Veltroni”) dentro il PD siamo rimasti in quattro o cinque. Saranno i giovini d’oggi che non sono abituati a soffrire, certo, ma anche il risultato di un ambiente che complessivamente è tutto fuorchè ospitale e aperto.

Certo, tutto questo è dovuto principalmente a una campagna elettorale nazionale scialba, alla mancanza di incisività della nostra proposta politica complessiva e credo anche a una nostra antipatia nei confronti delle persone, che evidentemente abbiamo maturato in questo ventennio. C’è spazio per recuperare? Sì. A Parma, capitale del grillismo, il centrosinistra ha ottenuto un ottimo risultato, “vincendo” la città che negli ultimi anni è stata prima destroide e poi grillina.

Siamo in un ritardo terrificante, e il fatto di avere la coscienza a posto ci deve servire solo da garanzia, ma non è sufficiente. Dobbiamo fare una rapida inversione di marcia, dato che i moderati non esistono più, perchè oggi come oggi stanno tutti incazzati come delle vipere, e a questi dobbiamo ricominciare a parlare e soprattutto ad agire.

Come ho conosciuto Laura

Marzo 2010. L’amico coordinatore dei Giovani Padani Flavio Di Muro incita con un comunicato i Comuni ponentini a seguire l’esempio di Montebelluna per le politiche abitative per i giovani (all’epoca il termine “choosy” era ancora ignoto, eravamo tutti bamboccioni però).

Era convinto probabilmente che la statistica fosse della sua: nel veneto iperleghista, se salta fuori un’Amministrazione all’eccellenza non può che essere a forte tinta verde padano.

Peccato che trattavasi di MonteBelluna, sindaco Puppato, giunta centrosinistra. E ovviamente l’ho fatto notare. Così, per dire, che non è dall’altro ieri che ho scoperto Laura.

Cronache dalle Primarie – stagione IV episodio 6 – The others

Ho già parlato dei primi due quinti dei fans, ovvero di renziani e bersaniani di riviera.

Non ci possiamo far mancare nulla, e quindi ci sono ovviamente anche i sostenitori degli “altri”, Vendola, Tabacci e Puppato.

I Vendoliani hanno avuto la loro giornata di gloria venerdì scorso 9 novembre – anniversario della caduta del muro di Berlino tra l’altro – quando Nichi è venuto a visitare l’estremo ponente, con tappe Ventimiglia, Sanremo e Bordighera. Ha ricordato – ma quelli che avevano partecipato alla disastrosa avventura del Dopofestival YouDem lo sapevano già – di aver partecipato al Festival di Sanremo nel ’95 con Sabina Guzzanti e David Riondino e uno di quegli ensemble multicolori autoreferenziali che tanti danni han fatto alla sinistra italiana ahimè. Dall’Ariston ha lanciato strali e accuse a Bersani e Renzi, suscitando molto calore tra i fan, ma in realtà poca polemica vera e propria, che era quella che andava cercando. Hanno fondato 3 comitati civici di sostegno a Vendola, composti per lo più (comprensibilimente) da iscritti e simpatizzanti a SEL.

Il sostegno a Bruno Tabacci pare invece molto più limitato, anche se in molti siamo – ovviamente me incluso – contenti della sua partecipazione. Il comitato locale di sostegno pare sia capeggiato da Sergio D’Aloisio, noto esponente ex IDV.

Ultimi siamo noi per Laura Puppato. Sì, siamo. Ho deciso di sostenere la candidatura di Laura perchè ritengo sia quella che meglio può rispondere alle giuste perplessità dell’elettorato che per due terzi ormai o diserta le urne o fa voto di protesta e la giusta attenzione alle tematiche dell’ambiente, della sostenibilità e dei diritti civile. Accanto a me un piccolo gruppo di sostenitori come Giacomo Ferrari e Donatella Albano e la consapevolezza di aver fatto una scelta di cuore.

Ieri c’è stato il primo dibattito a 5 presso il circolo San Martino, mentre questa sera al circolo di Imperia Porto Maurizio e sabato pomeriggio a quello di Sanremo Centro si presenteranno le candidature del PD.

Per le registrazioni, o online oppure presso i banchetti a Imperia, Sanremo e Ventimiglia.

Cronache dalle primarie – stagione IV episodio 5 – il dibbattito

Premesso che non siamo abituati a tante cose.

Tipo che dici “lo fa SKY” e non ti viene in mente che sia pure in chiaro sul canale 26.

Tipo che comunque ci si aspettava cantassero e il giornalista doveva da un momento all’altro scindersi in Morgan, Elio e Arisa.

Tipo che obbligarli a parlare in 60-90 secondi era il sogno di una vita.

Tipo che comunque sentivi che mancavano il plastico, Vauro e Pagnoncelli.

E comunque  è stato un bello spettacolo.

Dubito che serva, se non in maniera infinitesima, a far cambiare idea ai potenziali elettori. Nel senso, che Renzi sia il più telegenico, Vendola il più poetico, Tabacci il più estroso, Puppato la più rassicurante e Bersani il più serio, lo si sapeva prima.

Ognuno quindi ha in testa sua confermato punti forti e deboli del proprio beniamino, ma ha imparato a conoscere meglio anche qualche altro candidato, che molto probabilmente non voterà, ma ha sicuramente avuto modo di apprezzare.

Risultato secondario: con un giornalismo serio e candidati seri, non diminuisce il “tasso di interesse” sulla politica, anzi. #csxfactor è stato trend topic mondiale su twitter.

Resta personalmente da capire se il triste circuito del giornalismo spettacolistico italiano in cui si deve affiancare al politico lo showman, il pettegolezzo, il comico e il tragico sia la causa, l’effetto  o tutti e due del tristo spettacolo degli ultimi vent’anni. Mi pare che ne stiamo uscendo comunque.

Cronache dalle primarie – IV serie, ep. 1

Siamo un po’ tutti presi dalla frenesia primarie. Eh già, pare che, dopo anni, finalmente si sia ritornati tutti a parlare, e parecchio, di politica. Per essere più precisi, forse ne stiamo parlando un po’ meno noi integralisti-arrapati-monotematici e invece di più le persone interessate, che responsabilmente dibattono, discutono e si confrontano in molti luoghi inusuali.

Non ho voglia di parlare (per ora) di varie performance poco dignitose di numerosi tifosi dei vari candidati… Per fortuna, ogni candidato in pista è persona molto più seria della parte peggiore dei propri supporter.

Mi hanno chiesto in tanti chi ho deciso di sostenere alle primarie, e ho deciso che sosterrò le primarie stesse, con la  remota speranza che si possano anche riempire di contenuti e non solo di nomi cercando di offrire informazioni, segnalare spunti interessanti e l’ovvio e imprescindibile cazzeggio.

Ritenendo ques’tultima parte molto importante nella vita dell’uomo, segnalo alcuni fantastici gruppi su facebook: Marxisti per Tabacci, i Renziani x Bersani e (per ora) il gruppo migliore come produzione, ovvero moderatementebersaniani.

Nel frattempo, spero sinceramente che l’unica donna in lizza ce la faccia a raccogliere le firme necessarie a candidarsi (forza Laura!) e mi interrogo sui 10 meriti  e i dieci errori capitali della campagna di Matteo Renzi, sperando che lo facciano un po’ tutti.

Voci e clamore

Si sovrappongono voci e clamore mediatico sull’arrivo di Renzi ad Arma di Taggia questo venerdì alle 17,30. In particolare, molti giornalisti continuano a fare la “caccia al renziano”, un po’ per curiosità, un po’ per creare un po’ di polemica.

Credo che in realtà molti come me vogliano vedere più chiare alcune cose per quello che riguarda il programma e le idee, sulle quali finora obiettivamente non c’è molta chiarezza. Oltre a Renzi e Bersani potrebbero anche emergere altri candidati – indiscrezioni giornalistiche hanno parlato di Sandro Gozi, Stefano Boeri, Rosy Bindi e Laura Puppato. Vedremo. Così come vedremo anche le regole con cui si terranno e il modo con cui i contendenti faranno campagna elettorale.

Per ora, posso dire che diverse idee di Renzi mi stimolano, ma che Bersani premier mi rassicurerebbe forse di più.

Cambiando discorso, ieri in commissione l’Assessore Barabino mi ha informato che oggi discuteranno in giunta dell‘Albo delle Assistenti Familiari ed io la ringrazio per aver portato avanti quest’idea.

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