L’Europa che vogliamo

“L’Europa che vogliamo” è un incontro che ho organizzato per il PD di Sanremo per venerdì 18 ottobre alle ore 21. L’evento avrà due ospiti e relatori d’eccezione.

Il primo è Sergio Cofferati, europarlamentare del PD Italiano, che non ha ovviamente bisogno di presentazioni.

La seconda è Minodora Cliveti, europarlamentare del PSD romeno con una lunga esperienza alle spalle nelle istituzioni europee e nei diritti sociali in Europa.

Questo incontro ci darà gli strumenti per capire come sia necessaria sempre più una dimensione europea dei diritti, che devono essere uguali per tutti, si tratti di frontalieri intemeli in costa Azzurra, manovali romeni in Italia o ragazzi italiani costretti alla fuga dall’Italia. Ogni tanto penso faccia bene guardare il panorama completo e non focalizzarsi solo su qualcuno dei dettagli.

 

Dopo un rapido giro

Facendosi un rapido giro sulle bacheche facebook degli iscritti al PD miei amici, a occhio le tematiche politiche che sembrano suscitare maggiormente il loro interesse in questo mese sono per il 60 % rivolte alla politica nazionale, il 35 % a quella europea e internazionale, il 5 % tra regionale, provinciale e locale.

L’instabilità politica in Italia non da risposte alle crescenti emergenze sociali, su cui è inutile dilungarsi. In contemporanea si assiste al fallimento dell’Europa intergovernativa (“facciamo una moneta unica senza un’unica politica monetaria”) che alla crisi di tutti quei paesi che hanno cercato soluzioni creative per lo sviluppo economico, come truccare i conti (Grecia), contare su una bolla speculativa (Spagna), deregulation selvaggia (Irlanda), essere un paradiso fiscale moralmente accettabile (Cipro e Islanda). Tengono i Paesi che hanno puntato sulle loro capacità, sull’innovazione e sull’economia reale. L’Italia continua a essere in bilico perchè continua a non decidere che fare.

Ci sono tante cose di cui si dovrebbe discutere ora, prima che arrivi la corrente o il leader di turno a spiegarcelo in un’intervista al Corriere o Repubblica. Considero un fatto positivo lo sviluppo di questi interessi – checchè ne pensino molti, la soluzione di molti problemi che ci toccano molto da vicino si trova più con un nuovo presidente del Consiglio che con un nuovo Sindaco.

Il piano della BCE

Come sapete da tempo si parla di soppressione o rimodulazione delle Province italiane. La BCE propone invece un piano di accorpamenti. Si vede che allo scioglimento non ci hanno creduto, o forse pensano che stiamo esagerando. Mah.

L’attuale maggioranza in Provincia ai bei tempi aveva fatto un po’ di sciaratto mediatico (quand’era ancora abituata a parlare con la stampa) proponendo la Provincia Imperia – Nizza – Cuneo. Avevo già scritto della follia della cosa…

Nel caso nostro un ragionamento invece potrebbe essere fatto in maniera più complessiva, dimenticando campanilismi e logiche di appartenenza.

1- rispetto alle Province del Secolo scorso (concepite quando le Regioni non esistevano) sono necessari grossi ripensamenti in termini di deleghe compiti – ad esempio io in astratto non vedo così male una gestione unica regionale della promozione turistica o dei trasporti;

2- una questione da evitare assolutamente sono poi le competenze troppo condivise – tantissime pratiche devono passare attraverso troppi livelli di controllo sia tecnico che politico; se si riorganizza lo Stato, si deve decidere chi è responsabile di cosa;

3- Ho dei seri dubbi sulla sensatezza e la sostenibilità democratica di un Ente di secondo livello (quale si concepisce ora la Provincia). Per creare un doppione mal riuscito degli ATO o di altri organismi pletorici, allora meglio chiudere l’Ente e trasferire tutto alle Regioni. Se si vuole risparmiare sui costi delle elezioni, si fissi che le elezioni si terranno solo accorpandole ad altre (regionali, europee, politiche, referendum…).

4- è inoltre impensabile tenere assieme livelli equivalenti e sovrapponibili in contemporanea (quali Province e Città Metropolitane).

Come realisticamente la vedo io? Beh, oggi scriviamo di fantapolitica, ok.

Penso che realisticamente si possano accorpare i cinque enti esistenti in Liguria (4 Province + la città metropolitana di Genova) in 3 raggruppamenti territoriali (Ponente, Levante e Genova). Sarebbe già un taglio del 40%…

Meglio non uscire

Ultimamente su SanremoNews tra gli argomenti più dibattuti è l’eventuale convenienza in un’uscita dall’Euro dell’Italia. Naturalmente il tono è quello tipico delle discussioni su SanremoNews, con argomentazioni – senza offendere nessuno – molto da bar, e alcune da quarto – quinto giro di bianchini.

Personalmente credo un’uscita dall’Euro sarebbe una catastrofe e che purtroppo si sta giocando sulla nostra pelle una gigantesca battaglia finanziaria tra Euro e Dollaro per chi diventerà la moneta di riferimento mondiale, con molti e grandi interessi a giocare a sfasciare il frammentato sistema finanziario europeo.

Detto questo, pare che nessuno si ricordi delle impareggiabili scene di inizio 2002 qui a Ponente, quando comitive di francesi e monegaschi pretendevano di pagare di meno in quanto secondo loro l’euro italiano non poteva valere quanto quello d’Oltralpe. Questo può essere indicativo di quanto potrebbe essere considerata di pregio nel mondo una nuova moneta italiana.

Sembra impossibile

Un premier italiano, serio, deciso, di sinistra, europeista, omosessuale dichiarato. Ovvio, potrà piacere o non piacere, ma per lo meno sarà un qualcuno di cui non ci si deve vergognare come italiani.

Sto parlando di Elio di Rupo, leader del Partito Socialista vallone, incaricato di risolvere una grave e paradossale crisi politica in Belgio e che pare ci stia riuscendo. C’è da andare orgogliosi di lui come italiani, e la controprova è che il Giornale ne parla male.

Un ulteriore esempio di come l’integrazione degli immigrati in tutti gli aspetti della società può portare a risultati estremamente positivi per il paese che decide di porla in essere.

Nessun via libera

Giornali e varia umanità si sono variamente espressi sul caso “crocifisso a scuola”. Come sempre, c’è pieno di gente che si è espressa gratuitamente e in maniera disinformata. Anche esponenti locali della Lega Nord, come Antonio Gagliano, si sono sperticati nella difesa dell’identità cristiana. Io me li ricordavo ben poco cristiani quando santificavano il Dio Po o invivtavano a sparare sui migranti, ma si vede che mi sbagliavo.

Per prima cosa, l’Unione Europea non c’entra niente, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è un organismo del Consiglio d’Europa, che non c’entra niente con Barroso, con l’Euro o con tutte queste cose che a tanti leghisti fan venire l’orticaria. Per la cronaca, si occupa anche di oltre sei milioni di italiani all’estero.

Nel merito del processo può essere interessante andare a vedere cos’è successo. Durante il primo processo alla CEDU, la linea difensiva del Governo è stata tendenzialmente ammiccante verso “siamo un paese cattolico, la maggioranza decide e le minoranze si attaccano”. La sentenza di condanna in pratica il Governo Italiano se la è sostanzialmente cercata.

Nella sentenza di appello invece, capita la lezione, la linea è stata “le minoranze a scuola non sono discriminate”, hanno argomentato bene e sono stati creduti.

Questo per chiarire che questa sentenza non deve assolutamente essere preso come un via libera verso atteggiamenti discriminatori, come sottintendono tante, troppe dichiarazioni.

Quello che i TG non dicono

L’intera delegazione libica all’ONU ha rassegnato le dimissioni in segno di solidarietà alle vittime civili della repressione, suscitando applausi e commozione: questi funzionari espongono infatti i propri familiari in Libia a rischi enormi.

Facendosi un rapido giro sui quotidiani esteri, pare che non manchi la solidarietà verso le popolazioni del nord Africa e si stanno organizzando aiuti concreto e soccorsi in maniera unitaria. La nostra richiesta dura e pura di blindare i confini, che faceva seguito alle inadeguate prese di posizione del nostro Governo sul caso Gheddafi, è stata presa per un’ulteriore espressione del razzismo e dell’inumanità dei partiti al governo. Ha fatto il giro del mondo questa simpatica dichiarazione dell’assessore leghista Stival, che propone di usare il mitra sui profughi.

Nel frattempo abbiamo avuto tutti l’impressione che sia stata un’esplosione di rivolta improvvisa, concordata a colpi di Twitter e Facebook. La realtà è che era un fenomeno che dava sintomi da mesi e che ha avuto come mezzo di diffusione la buona vecchia radio.

Macedonia di fretta

Sno sempre stato a favore di uno stato federale, ovvero gli Stati Uniti d’Europa. Credo che un avvicinamento delle decisioni al luogo dove prendono forma possa essere un grande stimolo per chi ha responsabilità a fare bene, nel giusto nome della sussidiarietà, che è uno di quei termini che fa tanto figo citare, senza saperne mai di preciso il significato.

Le cose hanno sempre due lati però, tant’è che fenomeni deteriori della politica vengono spesso dal basso, come clientelismo e familismo esasperati e spesso correlati: a proposito di quest’ultimo aspetto, pensate che mi hanno raccontato che c’è un capoluogo di Provincia che ha avuto come Sindaci un padre e due suoi figli (un nipote è diventato solo vicesindaco, a dimostrazione che non c’è spazio in politica per i giovani).

Detto questo, il modello federale può funzionare e bene. La presidente di Confindustria è preoccupata dei ritardi che il federalismo può prendere e propone quindi che possano partire in anticipo Lombardia, Veneto e Piemonte. Premesso che si tratterebbe di una soluzione di ripiego, perchè l’interesse primario al massimo dovrebbe essere quello di dare un’accelerata al processo federativo in tutta Italia, credo che sia una stupidaggine.  Esiste un processo differente relativo all’Europa, le cosiddette “Due velocità”, che però funziona al contrario, gli Stati che se la sentono fanno assieme delle cose che altrimenti farebbero da soli. Inoltre, manca ancora un’idea chiara su cosa si vorrebbe fare concretamente col federalismo, ovvero quali competenze sono rivendicate dalle Regioni.

Nel frattempo, faccio una domanda sul piano Marcegaglia: lei ha pensato a Piemonte, Lombardia e Veneto, Trentino Alto Adige, Val d’Aosta e Friuli Venezia Giulia sono già regioni a Statuto Speciale… Mi pare si voglia tener fuori qualcosa.  Se vi viene in mente che cosa, fatemelo sapere. E se riuscite a scoprire il capoluogo di provincia di cui sopra, anche quello, che sono curioso.

Sempre più in basso

Imperia, grazie alla classifica di Legambiente, è ufficialmente nella “Italian Worst 20” per quel che riguarda la tutela dell’ambiente. 93esima su 106. Sei posizione perse nell’ultimo anno, peggior capoluogo dell’Italia Settentrionale.

La cosa la si diceva da un po’, ma non tutti erano d’accordo. Un anno fa ecco cosa dichiarava il Sindaco Strescino

Dopo la denuncia del Wwf, che ha definito la città a «depurazione zero», ora Imperia finisce anche nella lista nera dell’Ue.

«Non siamo esattamente a depurazione zero. Le acque reflue della città, ma anche di centri limitrofi, attualmente sono convogliate in un’unica rete fognaria che sfocia in mare, a circa due chilometri dalla costa e a 40 metri di profondità».

Però non ci sono filtri di depurazione.

«Il sistema è studiato in modo tale da avere un’enorme pressione di uscita. Per cui, quando i residui arrivano in profondità, sono completamente dissolti. E’ come se venissero sparati ad altissima velocità da un cannone subacqueo. Praticamente non rimane nulla e l’acqua non presenta alcun problema. Il sistema è fornito anche di un diffusore atto a impedire la risalita dei materiali.

da La Stampa del 26 giugno 2009

 

Evidentemente il fantastico CACCACANNONESUBACQUEO che convoglia le fogne di Imperia (“e paesi limitrofi”) non ha tutta questa efficacia. A me scoccia particolarmente, anche perchè le correnti marine è risaputo siano EST – OVEST, come hanno dimostrato le recenti alluvioni.

Le Primarie “Champions League”

In Italia ci si interroga su varie questioni, tra cui:

  • quanto durerà ancora il governo ?
  • quanto è paraculo (a scelta) Fini / Berlusconi / Bossi /Vendola / Di Pietro / Casini / Veltroni ?
  • chi ha pagato la casa dal Colosseo di Scajola? Carmen San Diego?
  • chi abita nell’appartamento ex-AN a Montecarlo? e per scoprirlo, non bastava andare ad un’assemblea di condominio?

Per fortuna, il resto del mondo continua a guardare avanti, mentre tutta Italia è ferma a cercare di capire come fare retromarcia con tutti bloccati in coda dentro un gigantesco ingorgo politico-istituzionale.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha creato un’Agenzia per tenere i rapporti con eventuali alieni . Certo, ci vuole qualcuno che cerchi di metterci una buona parola, visti quelli che normalmente parlano di alieni & co. non ci fanno fare proprio una bella figura…

Oltre a questo, un interessante modo di guardare un poco oltre riguarda il simpatico gruppo di “Campaign for a PES Primary” (Campagna per le primarie del PSE), ossia una sorta di Primarie “Champions League”.

Partendo dal presupposto che l’ultimo mandato di Presidente della Commissione è (ri-) andato a Barroso anche per l’incapacità del centrosinistra europeo di saper presentare un’alternativa unitaria, hanno pensato di proporre delle primarie europee per scegliere il leader europeo del PSE. Questo ci avvicinerebbe parecchio al sistema di scelta del leader degli Stati Uniti (ricordate il derby tra Barack Obama e Hillary Clinton?) e avrebbe il pregio di favorire una campagna elettorale per il Parlamento Europeo con un programma chiaro e unico su tutt’Europa.

Mi piace inoltre notare come questo dibattito sia partito nei tempi e nei modi giusti, ossia  quattro anni prima delle elezioni. Questa non è paranoia compulsiva, ma un ottimo modo per evitare che le scelte sulle “regole del gioco” vengano influenzate da tatticismi dell’ultimo minuto. Cosa che in Italia conosciamo molto bene, visto che il “porcellum” inventato da Calderoli e votato da tutto il centrodestra è stato fatto con quella mentalità lì con lo scopo evidente all’epoca di azzoppare la vittoria di Prodi nel 2006 (ricordate i 2 senatori di maggioranza?) e sta creando problemi adesso alla (molto teorica)  maggioranza di governo.

Certo, le primarie non sono la panacea di tutti i mali, ma vedersi confrontare in una competizione interna differenti visioni d’Europa e di sinistra potrebbe essere l’occasione di un dibattito finalmente allargato e partecipato.

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