Puro e semplice razzismo

Non bisogna stupirsi delle stupide frasi che il vicesindaco di Diano Marino Za Garibaldi ha detto sul ministro Kyenge. Lo stile è impeccabilmente (dare delle prostituta di strada a un ministro nero) quello di una certa tradizione della destra italiana. Fosse per le persone che la pensano “alla Za Garibaldi”, in Italia non godrebbero ancora di diritti umani, civili e politici donne e uomini sotto un certo censo. Per fortuna che ci sono state le lotte d’inizio secolo per allargare il diritto di voto anche ai più poveri e alle donne, ma avessimo la macchina del tempo, non avrei dubbi su come si collocherebbe l’esplicito amministratore… Bene ha fatto il PD dianese e provinciale a chiederne le dimissioni.

La sinistra, da che è sinistra, ha sempre lottato per allargare la base dei diritti civili. In questo momento di grande difficoltà politica ed economica, penso sarà molto difficile che ci possano essere provvedimenti in campo economico o istituzionale in cui si potrà riconoscere pienamente e completamente l’identità democratica. Non è solo colpa delle larghe intese, è anche la situazione nel suo complesso. Non molliamo su questo fronte.

L’amministratore dice che gli è scappata perchè l’ha fatto imbestialire averla sentita parlare della difficoltà che hanno le popolazioni Rom a lasciare i campi perchè banalmente non trovano nessuno che affitti loro casa – nonostante il grande quantitativo di sfitti in Italia. Andiamo sul concreto: i campi Rom ovviamente non vanno bene nello ZaGaribaldismo; ovviamente anche altre strutture pubbliche non vanno bene; non dovrebbero, nemmeno pagando, mettere i loro camper nei campeggi d’inverno; a questo punto, non ci si deve augurare nemmeno che trovino lavoro e si paghino una casa. Come risolvere il problema, rimane un mistero, per lo ZaGaribaldismo.

Sul profilo facebook dello stesso, si trovano dati fasulli sull’aumento di immigrati, confondendo ad arte la richiesta di permessi di soggiorno con l’arrivo di immigrati. In realtà, se il numero di richieste di permessi di soggiorno scende, vuol dire che ci sono meno immigrati.

Per ciò che riguarda invece i figli degli immigrati, in Germania e Regno Unito diventano cittadini automaticamente i figli degli immigrati regolari e più in generale è normale diventare cittadini del Paese ospite in un’età compresa tra i 9 e i 13 anni, mentre in Italia si deve vivere ininterrottamente e stabilmente nel Belpaese fino ai 18 anni. Si tratta di tempistiche ormai non più congrue in un mondo dove si può trovare casa e lavoro da un continente all’altro via internet.

Lo Zagaribaldismo cita l’Olanda come modello: benissimo, per ottenere la cittadinanza in Olanda servono cinque anni di residenza, essere maggiorenni e si ha risposta in pochi mesi, mentre nel caso italiano bisogna nascere in Italia, aspettare di avere 18 anni, fare domanda ed aspettare almeno quattro anni una risposta dallo stato. Detta così è semplice, ma ci sono diverse decine di situazioni kafkiano-burocratiche che molti ignorano finchè non ci sbattono il naso. In ogni caso, mettiamo il caso che ci sia un ottimo medico competentissimo extracomunitario (che sia ghanese, iraniano, giapponese, canadese o neozelandese poco importa) e che sia richiesto da due cliniche private, una in Olanda e l’altra in Italia: dove si recherà mai? ovviamente, a parità di tutti gli altri fattori, dove avrà meno problemi burocratici. E lo stesso discorso lo farà ovviamente anche il manovale di buona volontà.

Si potrebbero aprire molti altri temi – uno su tutti: il nostro sistema pensionistico sta in piedi grazie a tutti i contributi versati e non riscossi dai lavoratori stranieri che trascorrono solo un periodo della loro vita nel nostro Paese -. In realtà, dietro pseudoragionamenti fintoeconomici non vi è altro che razzismo, xenofobia e ignoranza.

Mi aspetto su questi temi un forte impegno del ministro Kyenge e che sia supportata e sostenuta da tutta la parte civile del nostro Paese, in modo che si possa ridurre sempre di più la distanza che ci separa dagli stati la cui società se la passa molto meglio che qui da noi.

Un po’ d’Africa in via Corradi

Il movimento “JANUAFORUM” e il circolo Culturale “ITINERA” vi invitano sabato 19 novembre alle ore 21, nella sala della Federazione Operaia di Sanremo, in via Corradi 47 alla presentazione del libro “IL CONTINENTE VERDE” l’Africa: cooperazione, ambiente e sviluppo A cura di Ilaria Cresti e Jean Leonard Touadì Ed. Bruno Mondadori

Sarà presente l’autore l’on. Jean Leonard Touadì, oltre che giornalista, scrittore e docente universitario, anche Deputato del Partito Democratico e membro della commissione Esteri della Camera.

Presenterà Sergio Schintu, responsabile della segreteria di “JANUAFORUM”.

 

Il Libro nasce dalla volontà del Museo di Scienze Naturali di Trento e della Provincia Autonoma di Trento (Assessorato alla Solidarietà Internazionale e alla Convivenza) al fine di approfondire la riflessione sull’aspetto della sostenibilità ambientale nei progetti di Cooperazione allo sviluppo.

La Provincia di Trento, che ha commissionato questo libro, destina lo 0,25% del proprio bilancio, cioè circa 10 milioni di Euro annui, per il sostegno delle iniziative di cooperazione allo sviluppo e per corsi di formazione alla Solidarietà Internazionale.

In un secondo momento il libro è stato supportato dalla FAO (L’organizzazione delle Nazioni Unite sull’alimentazione e l’agricoltura) che ha voluto contribuire all’evoluzione del dibattito su questa tematica.

Distorsioni di piazza

Il 15 ottobre ci sarà una grande manifestazione internazionale di protesta, organizzata da una fitta galassia di varie entità e che ha al centro la protesta contro l’attuale sistema economico per le pesanti ripercussioni che ha sul futuro delle nuove generazioni e dell’ambiente. Credo che sia un ottimo e grande momento in cui si potrebbe accrescere la consapevolezza di essere tutti “cittadini del mondo”.

L’ultima volta che c’è stata una tale mobilitazione è stata contro la guerra in Irak il 15 febbraio 2003, giornata celebrata e riassunta dal video “Boom” dei System of a Down. Ho degli ottimi ricordi di quella manifestazione a Roma, come di una giornata fatta di tante persone normali, preoccupate di quello che succedeva in un paese lontano. Pare ci avessero visto lungo, tra l’altro.

Anche l’appello originale degli Indignados spagnoli è in questo spirito: assolutamente non ideologico, inclusivo e aperto alle idee e ai contributi di tutti gli individui, e non è organizzato da altri movimenti, o quanto meno chi va a parteciparvi deve levarsi bandiera, spilletta e divisa. L’appello italiano è invece fortemente ideologico, non inclusivo, firmato da enti, associazioni, movimenti, gruppi, partitini, partitucci e partitelli, alcuni dei quali seri e in buona fede, altri invece con l’obiettivo di sfruttare l’evento e non quello di farlo fruttare.

Spero che comunque la manifestazione abbia grande successo: il fatto che io abbia un po’ di dubbi sulle corriere organizzate dai partiti ad un evento contro i partiti o sui movimenti per la decrescita che protestano contro l’austerity non significa che non capisca i motivi che spingeranno il 98 % dei partecipanti ad andare in piazza. Pare li capisca perfino Montezemolo, figuratevi se io posso essere da meno; solo mi sento di aderire più all’aspetto internazionale della giornata che a quello italiano, perchè penso che sia fortemente distorto.

Corsi e ricorsi

Una ragazza di origine marocchina, studentessa a Taggia, rappresenterà la Liguria alle celebrazioni ufficiali per i 150 anni dell’Unità d’Italia.

«L’Istituto comprensivo di Taggia – spiega il dirigente scolastico Rosario Michero – è stato scelto dal ministero per rappresentare tutte le scuole della Liguria a Roma, nella seduta solenne a Camere riunite. Parteciperanno venti studenti, uno per ogni regione, accompagnati da un insegnante. Ho consultato i professori per la scelta, che è ricaduta su Amal Sadki, in quanto frequenta la classe terza, è in conclusione di un ciclo scolastico iniziato alle materne e proseguito alle elementari e alle medie all’Istituto comprensivo Taggia, e ha le votazioni più alte nel primo quadrimestre con tutti dieci, ad esclusione di due materie».

(da il secolo xix)

La scelta è ineccepibile, spero possa essere simbolica per coinvolgere sempre più i nuovi italiani nella vita istituzionale della Nostra Repubblica.

Non mancano gli esempi di italiani che sono stati scelti dai loro paesi d’adozione per ricoprire importantissimi incarichi istituzionali. Elio Di Rupo è ora il presidente della Vallonia in cui tantissimi nostri connazionali emigrarono. Fiorello La Guardia e Mario Cuomo sono stati politici fondamentali nella storia di New York. Edvige Maino, più nota come Sonia Gandhi, è ora presidente del partito del Congresso Indiano, che è il più grande partito esistente in democrazia. Inoltre ben cinque presidenti dell’Uruguay sono stati espressione della nostra comunità all’estero e oltre 350 italiani sono eletti in parlamenti di altri stati.

Una giusta rappresentanza delle comunità presenti sul nostro territorio è un obiettivo irrinunciabile e un’effettiva possibilità di crescere meglio assieme, così come l’hanno mostrato tanti nostri connazionali all’estero.

Quello che i TG non dicono

L’intera delegazione libica all’ONU ha rassegnato le dimissioni in segno di solidarietà alle vittime civili della repressione, suscitando applausi e commozione: questi funzionari espongono infatti i propri familiari in Libia a rischi enormi.

Facendosi un rapido giro sui quotidiani esteri, pare che non manchi la solidarietà verso le popolazioni del nord Africa e si stanno organizzando aiuti concreto e soccorsi in maniera unitaria. La nostra richiesta dura e pura di blindare i confini, che faceva seguito alle inadeguate prese di posizione del nostro Governo sul caso Gheddafi, è stata presa per un’ulteriore espressione del razzismo e dell’inumanità dei partiti al governo. Ha fatto il giro del mondo questa simpatica dichiarazione dell’assessore leghista Stival, che propone di usare il mitra sui profughi.

Nel frattempo abbiamo avuto tutti l’impressione che sia stata un’esplosione di rivolta improvvisa, concordata a colpi di Twitter e Facebook. La realtà è che era un fenomeno che dava sintomi da mesi e che ha avuto come mezzo di diffusione la buona vecchia radio.

Paragoni impropri

Ormai non c’è più ritegno e pur di difendere il “serial premier” si inventano paragoni improbabili, che ripetono in ogni occasione secondo la tecnica “ripetilo fino alla sfinimento”. Ne ho raccolto giusto i tre più improbabili, mettendoli su un ipotetico podio.

MEDAGLIA DI BRONZO

“Fanno tanto i santarelli, ma ci ricordiamo tutti cosa hanno combinato con le prositute Marrazzo, Sircana e gli assessori pugliesi corrotti e Delbono con la sua amante.”

Io mi ricordo anche cosa hanno fatto dopo: si sono tutti dimessi e non si sono più fatti vedere, senza aspettare il processo.

MEDAGLIA D’ARGENTO

“Tutti a prendersela con la Minetti, guarda che comunque le veline stanno anche a sinistra, vedi che in TV ci vanno Giulia Innocenzi, Luisella Costamagna, Lilli Gruber….”

Queste fanno giornalismo televisivo, dopo anni di esperienza e dovranno rispondere in ogni caso al loro pubblico e al loro direttore; per ora non mi risulta che abbiano ottenuto qualcosa grazie al benvolere motivato quantomeno da una speciale vicinanza di qualcuno.

MEDAGLIA D’ORO

“Adesso fanno tanto casino, ma con Gheddafi e Mubarak ci parlavano pure Prodi e D’Alema”

Questa è fantastica, perchè non è un’accusa, è dire la verità: Prodi addirittura coltivò relazioni con la Libia già da Presidente dell’Unione Europea. C’è però una fondamentale differenza tra il tenere relazioni diplomatiche corrette tra Stati e svendere i principi su cui si fonda la dignità di una nazione in nome di un’amicizia personale con un dittatore sanguinario.

Come ci vedono in…

Messico:   Clicca


Argentina:  Clicca


Egitto:  Clicca


Francia:  Clicca

Spagna e Colombia: Clicca

Russia

Svezia

Regno Unito

Taiwan

UPDATE

Uruguay

Finlandia

Io ho deciso di impegnarmi proprio per come siamo visti all’estero.

Nota tecnica: c’è stato qualche problema con i video embedded, chiedo venia

Come per i lemmings

Molti di noi conoscono la leggenda dei lemmings, piccoli e pelosi roditori artici della Norvegia, che narra che quando diventano troppi si suicidino in  massa gettandosi in mare. Bene, anche questa certezza è destinata ad essere smontata: trattasi infatti di mito.

Questo mito nacque in quell’epoca confusa tra Medioevo ed età moderna in cui i naturalisti avevano idee tipo “i vermi nascono da soli nel fango e le mosche dai cadaveri”.

Un documentario della Disney intitolato “White wilderness”, premiato con l’oscar tra l’altro, ha diffuso presso il grande pubblico questa credenza spacciandola per fatto, ricreando una scena di suicidio di massa per annegamento  in mare di lemmings. Piccolo dettaglio, i lemmings erano stati importati per via aerea in Canada dalla Norvegia e li hanno suicidati per meri effetti scenici.

Questo esempio è molto chiaro del potere persuasivo che hanno i mezzi di comunicazione di massa: anche un fatto difficile a credersi, che è in realtà una palla colossale, si radica stabilmente nella mente delle persone.

Di conseguenza, un qualsiasi fatto falso ripetuto molte volte diventa vero, nelle convinzioni di molti. Ed è quello che sta succedendo in Italia, ora.

Ci sarà il due senza il tre?

Il ministro degli Esteri Franco Frattini esprime massima solidarietà al Presidente del Consiglio tunisino Ben Alì, vittima di una grave crisi politica nel proprio Paese. Il Presidente Ben Alì dopo pochi giorni è costretto alla fuga e l’opposizione democratica va al governo.

Il ministro degli Esteri Franco Frattini esprime massima solidarietà al Presidente del Consiglio egiziano Mubarak, vittima di una grave crisi politica nel proprio Paese. Il Presidente Mubarak dopo poco è sotto scacco e l’opposizione democratica si prepara ad andare  al governo.

Il ministro degli Esteri Franco Frattini esprime massima solidarietà al Presidente del Consiglio italiano Berlusconi, vittima di una grave crisi politica nel proprio Paese. E adesso vediamo cosa succede…

2020 – il sorpasso

Tutti più o meno sappiamo chi sono i 7 Grandi e cosa è il G7, ovvero il gruppo dei 7 paesi – nel dettaglio USA, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Canada, Italia – più importanti in termini di Prodotto Interno Lordo (PIL).

Esiste anche un altro gruppo meno noto al grande pubblico, ovvero gli E7, che sono i sette più grandi Paesi emergenti (Cina, India, Russia, Brasile, Messico, Indonesia e Turchia).

Bene, nel 2006 (ieri in pratica) si pensava che questo gruppo avrebbe sorpassato i G7 nel 2050. Oggi si prevede che il sorpasso avverrà nel 2020.

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