Puro e semplice razzismo
26 agosto 2013 2 commenti
Non bisogna stupirsi delle stupide frasi che il vicesindaco di Diano Marino Za Garibaldi ha detto sul ministro Kyenge. Lo stile è impeccabilmente (dare delle prostituta di strada a un ministro nero) quello di una certa tradizione della destra italiana. Fosse per le persone che la pensano “alla Za Garibaldi”, in Italia non godrebbero ancora di diritti umani, civili e politici donne e uomini sotto un certo censo. Per fortuna che ci sono state le lotte d’inizio secolo per allargare il diritto di voto anche ai più poveri e alle donne, ma avessimo la macchina del tempo, non avrei dubbi su come si collocherebbe l’esplicito amministratore… Bene ha fatto il PD dianese e provinciale a chiederne le dimissioni.
La sinistra, da che è sinistra, ha sempre lottato per allargare la base dei diritti civili. In questo momento di grande difficoltà politica ed economica, penso sarà molto difficile che ci possano essere provvedimenti in campo economico o istituzionale in cui si potrà riconoscere pienamente e completamente l’identità democratica. Non è solo colpa delle larghe intese, è anche la situazione nel suo complesso. Non molliamo su questo fronte.
L’amministratore dice che gli è scappata perchè l’ha fatto imbestialire averla sentita parlare della difficoltà che hanno le popolazioni Rom a lasciare i campi perchè banalmente non trovano nessuno che affitti loro casa – nonostante il grande quantitativo di sfitti in Italia. Andiamo sul concreto: i campi Rom ovviamente non vanno bene nello ZaGaribaldismo; ovviamente anche altre strutture pubbliche non vanno bene; non dovrebbero, nemmeno pagando, mettere i loro camper nei campeggi d’inverno; a questo punto, non ci si deve augurare nemmeno che trovino lavoro e si paghino una casa. Come risolvere il problema, rimane un mistero, per lo ZaGaribaldismo.
Sul profilo facebook dello stesso, si trovano dati fasulli sull’aumento di immigrati, confondendo ad arte la richiesta di permessi di soggiorno con l’arrivo di immigrati. In realtà, se il numero di richieste di permessi di soggiorno scende, vuol dire che ci sono meno immigrati.
Per ciò che riguarda invece i figli degli immigrati, in Germania e Regno Unito diventano cittadini automaticamente i figli degli immigrati regolari e più in generale è normale diventare cittadini del Paese ospite in un’età compresa tra i 9 e i 13 anni, mentre in Italia si deve vivere ininterrottamente e stabilmente nel Belpaese fino ai 18 anni. Si tratta di tempistiche ormai non più congrue in un mondo dove si può trovare casa e lavoro da un continente all’altro via internet.
Lo Zagaribaldismo cita l’Olanda come modello: benissimo, per ottenere la cittadinanza in Olanda servono cinque anni di residenza, essere maggiorenni e si ha risposta in pochi mesi, mentre nel caso italiano bisogna nascere in Italia, aspettare di avere 18 anni, fare domanda ed aspettare almeno quattro anni una risposta dallo stato. Detta così è semplice, ma ci sono diverse decine di situazioni kafkiano-burocratiche che molti ignorano finchè non ci sbattono il naso. In ogni caso, mettiamo il caso che ci sia un ottimo medico competentissimo extracomunitario (che sia ghanese, iraniano, giapponese, canadese o neozelandese poco importa) e che sia richiesto da due cliniche private, una in Olanda e l’altra in Italia: dove si recherà mai? ovviamente, a parità di tutti gli altri fattori, dove avrà meno problemi burocratici. E lo stesso discorso lo farà ovviamente anche il manovale di buona volontà.
Si potrebbero aprire molti altri temi – uno su tutti: il nostro sistema pensionistico sta in piedi grazie a tutti i contributi versati e non riscossi dai lavoratori stranieri che trascorrono solo un periodo della loro vita nel nostro Paese -. In realtà, dietro pseudoragionamenti fintoeconomici non vi è altro che razzismo, xenofobia e ignoranza.
Mi aspetto su questi temi un forte impegno del ministro Kyenge e che sia supportata e sostenuta da tutta la parte civile del nostro Paese, in modo che si possa ridurre sempre di più la distanza che ci separa dagli stati la cui società se la passa molto meglio che qui da noi.