Miti di frontiera
22 luglio 2012 2 commenti
Penso che non ci sia maggior esponente italiano dell’orgoglio cittadino e del campanilismo esasperato del Vernacoliere, giornale satirico orgogliosamente e equamente livornese e antipisano. Pare che nemmeno loro si opporranno alla provincia unica Pisa – Livorno, per cui evidentemente c’è un sentimento comune nel Paese che è opportuno cogliere.
Certo, per noi fonderci con Savona comporterà un cambio delle abitudini e delle usanze, ma credo che per questioni economiche e sociali ci sia una buona omogeneità.
Per i sostenitori della nuova regione Cuneo – Imperia – Nizza, spiego invece in sintesi i miei motivi di dubbio.
1- l’unione e la solidarietà tra le tre province esiste solo sulla carta: ognuno continua a guardarsi esclusivamente dentro casa. Esempio: a spingere la Francia a potenziare i collegamenti con la Provincia di Imperia sono stati più il Sindaco di Genova Vincenzi che le amministrazioni pidielline nostrane.
2- esiste già un organismo chiamato Euroregione AlpiMediterraneo, che deve ancora prendere piede, ma che ha la massa critica adeguata per sviluppare grandi politiche.
3- il percorso per creare questo ipotetico progetto sarebbe:
- modifica costituzionale per staccare Imperia dalla Liguria
- modifica costituzionale per staccare Cuneo dal Piemonte
- modifica costituzionale per staccare Nizza dal PACA
- ridistribuzione delle deleghe e competenze (adesso provincie e regioni italiane e francesi sono molto diverse)
- eventuali referendum
- eventuali (quasi sicuri) ricorsi
- stesura trattato internazionale
- ratifica del trattato
- recepimento del trattato dall’Unione Europea
- stesura del nuovo statuto del nuovo ente
E probabilmente ci sarebbero tutta una serie di passaggi intermedi che mi sono perso. La creazione di tale ente è impossibile da realizzare in pochi anni, ovvero nel periodo in cui dobbiamo riorganizzare lo Stato tutto.
Secondo me sarebbe più corretto seguire un’altra procedura:
1. referendum
2. eventuali modifiche alle costituzioni
Sì, anche. In Italia e Francia normalmente si approvano le modifiche costituzionali anche tramite referendum, ma anche al contrario non sarebbe male.